Svizzeri in Italia per fare il pieno: i distributori sono nei guai

Svizzeri in Italia per fare il pieno: i distributori sono nei guai

I distributori ticinesi hanno perso il 90% dei loro clienti, che attualmente si dirigono in Italia per fare il pieno. Tensione tra Svizzera e Italia.

Tempo fa gli Italiani si recavano fino in Svizzera per fare il pieno nei distributori di benzina locali per le proprie auto. Si creavano lunghe code verso il confine. Le persone arrivavano fin lì da Como, Varese e Milano, fino a raggiungere il Canton Ticino per godere di un prezzo ridotto e di conseguenza un pieno meno caro.

Successivamente, con l’introduzione degli sconti sul carburante nella Regione Lombardia, recarsi fino in Svizzera per fare il pieno ormai non conveniva più. A causa dell’aumento dei prezzi sancito dalle sanzioni inflitte a causa del conflitto tra Russia e Ucraina, la storia ad oggi sembra ripetersi però al contrario.

Grazie al taglio delle accise stabilito dal governo Draghi, con lo scopo di contenere un prezzo troppo elevato, è la Svizzera ora a voler raggiungere i distributori italiani. Questo fatto ha provocato delle proteste da parte dei distributori elvetici. Si registra un calo degli introiti del 90% a Mendrisio e Chiasso ed in altre più vicine all’Italia.

La benzina sta subendo dei forti ribassi, secondo gli operatori del settore. A Locarno e nel Bellinzonese le flessioni sono del 15% e nel Luganese toccano il 20%. «Vicino alla frontiera vanno dal 70% fino al 90%». Al momento, l’unica soluzione a questo problema è la presa di un provvedimento da parte della Svizzera in modo da ridurre la lievitazione esagerata dei prezzi.

Allarme tensione tra Svizzera e Italia

Il presidente dell’Atss (Associazione Ticinese Stazioni di Servizio) Matteo Centonze, ha segnalato l’allarme della situazione tra Svizzera e Italia: «A livello svizzero, il Ticino è il cantone più colpito dalle politiche europee di riduzione del prezzo dei carburanti.»

Il presidente dell’Atss ha poi dichiarato al Corriere del Ticino: «Per due anni, dal 2020 al 2021, il comparto ticinese ha subito perdite nella vendita di carburante del 30% circa. Ciò a causa del crollo della mobilità internazionale e lavorativa. Ora, dopo una timida ripresa, la storia si ripete con esiti anche peggiori».

Alcuni provvedimenti sarebbero già stati adottati da alcune stazioni che attualmente si trovano in una situazione critica. Innanzitutto, sono stati ridotti gli orari di apertura, alcune stazioni invece avrebbero addirittura chiuso gli shop per risparmiare i soldi spesi per il personale.

Secondo Centonze, tra le manovre politiche utili a far fronte alla situazione d’emergenza, l’utilizzo dei buoni benzina da consumare in Ticino sarebbe una buona soluzione. Per ora le difficoltà rimangono. Quindi è necessario che vengano decise al più presto le misure da adottare, se optare per tagli a tasse e imposte, oppure attraverso misure compensatorie.