Tabaccaia uccisa a Foggia, fermato il killer: “Non volevo”

Tabaccaia uccisa a Foggia, fermato il killer: “Non volevo”

L’uomo, accusato dell’omicidio avvenuto a Foggia, era stato già arrestato per rapina nel 2018: si indaga sul movente.

E’ stato rintracciato il responsabile dell’omicidio di Francesca Marasco, la 71enne proprietaria di una tabaccheria di Foggia che il 28 agosto è stata uccisa a coltellate. Si tratta di un 43enne di origine marocchina, rintracciato a Napoli dai carabinieri: l’uomo aveva già ricevuto un decreto di espulsione.

Il delitto di Foggia

A trovare il corpo senza vita di Francesca Marasco, nella sua tabaccheria in via Marchese De Rosa, è stato un cliente della donna. Dopo la macabra scoperta, l’uomo ha allertato immediatamente i Carabinieri di Foggia: sul posto è stato rinvenuto un coltello, probabile arma del delitto.

La 72enne è stata infatti brutalmente uccisa a coltellate nel suo negozio. Dopo averla ferita una prima volta, Marasca sarebbe stata ferita al torace con il coltello dalla lama appuntita. Dopo il delitto, il suo assassino si è dato alla fuga.

Fermato il killer

Il killer durante la fuga avrebbe tentato di disfarsi del cellulare della vittima. Dopo essersi disfatto degli abiti indossati durante l’omicidio poi, sarebbe rimasto a Foggia per alcuni giorni. Ma quando ha compreso la gravità del fatto, ha tentato la fuga a Napoli dove è stato rintracciato.

Si tratta di Redouane Moslli, un 43enne di origine marocchina su cui pendeva un decreto di espulsione. Nel corso dell’interrogatorio l’uomo ha ammesso le sue responsabilità sostenendo però che non voleva uccidere la donna ma solo spaventarla. 

Dopo essere stato in Lombardia, Moslli si era trasferito in Sardegna, a Napoli e a luglio scorso era giunto a Foggia. Era impiegato come bracciante agricolo nelle campagne di Torremaggiore e viveva in un dormitorio in città. 

Conosceva la tabaccheria di Francesca Marasco dal momento che vi si era recato già in altre occasioni. L’uomo, in difficoltà economiche, “armato di coltello è entrato nella tabaccheria, puntando il coltello alla gola della vittima, ferendola una prima volta perché la donna si sarebbe mossa”, dichiara il legale. Avrebbe tentato di portar via 75 euro dalla cassa, ma la donna avrebbe cercato di bloccarlo e l’uomo l’avrebbe ferita al torace.

“Una rapina finita male”

Secondo il legale dell’indagato, il 43enne “ha reso dichiarazioni durante l’interrogatorio, ha fornito tutti gli elementi al pubblico ministero, entrando nei particolari; ha prestato il consenso agli accertamenti ed al prelievo del proprio DNA“.

Si sarebbe “trattato di una rapina finita in malo modo, poiché non ha saputo gestire la situazione e non aveva alcuna volontà di uccidere la vittima”. Nei prossimi giorni si terrà l’udienza di convalida e saranno riscontrate le dichiarazioni fornite con il completamento delle indagini preliminari.