Taglio dei parlamentari e voto immediato, la proposta (provocatoria) di Matteo Salvini ha diverse lacune e potrebbe non essere praticabile.
In occasione del suo intervento in Senato, Matteo Salvini ha raccolto la sfida del Movimento Cinque Stelle rilanciando la posta sul tavolo: votare il taglio dei parlamentari e poi procedere con il voto. Ma è costituzionale la proposta avanzata dalla Lega? O si tratta semplicemente di una strategia propagandistica, come crede Di Maio?
Cose’è la riforma per il taglio dei parlamentari
Per provare a districarci nel labirinto di cavilli e problemi costituzionali dobbiamo iniziare dalle basi. Cos’è la riforma per il taglio dei parlamentari proposta dal Movimento Cinque Stelle?
Il disegno di legge costituzionale mira a ridurre il numero dei parlamentari. I senatori passerebbero dai 315 attuali a 200, mentre i deputati scenderebbero da 630 a 400.
Il disegno è stato approvato tre volte ed è ad una sola lettura ed approvazione dalla definitiva commutazione in legge.
Il nuovo sistema entrerebbe in vigore già dalla prima occasione utile, che sia la cessazione del lavoro delle Camere o del loro scioglimento.

Il rischio del referendum
Entro tre mesi dalla pubblicazione della nuova legge in Gazzetta Ufficiale, cittadini o politici possono decidere di chiedere un referendum per abrogare o confermare il nuovo assetto costituzionale.
Si può votare dopo l’approvazione del taglio dei parlamentari?
Se la legge costituzionale dovesse passare si potrebbe andare al voto già nel mese di ottobre, quando sarebbe ancora aperta e valida la finestra per indire un referendum.
Si potrebbe quindi andare alle urne ma, salvo cavilli basati su precedenti (che non fanno comunque legge), con il vecchio sistema. Di fatto i numeri di deputati e senatori sarebbe quello attuale e non quello tagliato.
Per andare alle elezioni eleggendo meno parlamentari si dovrebbe attendere almeno il prossimo mese di febbraio, quando saranno scaduti i tre mesi per la richiesta del referendum, quando saranno trascorsi i successivi dieci giorni per la promulgazione della legge e quando saranno trascorsi infine i sessanta giorni utili per adeguare i collegi.
Nel caso in cui il referendum dovesse farsi i tempi ovviamente si allungherebbero facendo slittare il voto al prossimo mese di giugno.