In Italia, i costi della tassa di soggiorno variano ampiamente tra le località. Le tariffe sono più alte a Roma e nelle località di montagna, mentre sono più contenute al mare e nei campeggi.
I costi della tassa di soggiorno in Italia variano notevolmente tra le principali località turistiche. Recenti dati di Codacons, analizzati da Adnkronos, mostrano una grande diversità nei prezzi da un luogo all’altro, dalla montagna al mare. Mentre si discute la proposta della ministra del Turismo, Daniela Santanché, di aumentare la tassa fino a 25 euro per gli hotel di lusso, i turisti devono fare i conti con le attuali tariffe che oscillano ampiamente.
Prezzi nelle località di mare e montagna
Le tariffe della tassa di soggiorno presentano significative variazioni da un posto ad un altro. A Cortina d’Ampezzo, che si prepara per le Olimpiadi invernali del 2026, si paga 5 euro a notte per le strutture a 5 stelle, mentre a Courmayeur le tariffe partono da 50 centesimi nei rifugi alpini e arrivano a 4 euro negli hotel di alto livello. Sulle coste, a Cefalù e Otranto, le tasse vanno da 1,50 a 5 euro a notte, con i prezzi più alti per le strutture di lusso e quelli più bassi per campeggi e B&B. Sorrento segue una fascia simile, con tariffe che vanno da 1,50 a 4 euro a seconda della categoria dell’alloggio.
La tassa di soggiorno nelle città d’arte
Nelle città d’arte, i costi sono più elevati. A Roma, le tariffe della tassa di soggiorno raggiungono i 10 euro per gli hotel di lusso e scendono a 3,50 euro per le strutture più economiche, come le “case del camminatore”. Firenze presenta un panorama tariffario variabile: si paga fino a 8 euro per gli hotel a 5 stelle e scende a 1 euro per ostelli e case per ferie. L’entrata complessiva della tassa di soggiorno è in crescita, con Roma che ha raccolto circa 120 milioni di euro nel 2023 e Venezia e Firenze che seguono con 38 e 72 milioni rispettivamente.