Le tax expenditures in Italia: cosa sono queste misure fiscali che creano buchi di bilancio e la sfida di ridurle.
Le tax expenditures sono un fenomeno complesso e pervasivo nel panorama fiscale italiano. Questi strumenti fiscali, che includono detrazioni, deduzioni, aliquote ridotte e regimi fiscali alternativi, sono progettati per fornire risparmi ai contribuenti.
Tuttavia, come riportato da Investireoggi.it, rappresentano anche una delle principali cause di deficit di bilancio che i gioverni non riescono a ridurre.
Che cosa sono le tax expenditures
Le tax expenditures comprendono tutte le misure fiscali che permettono ai contribuenti di ridurre il proprio carico fiscale.
Nel 2022, secondo la Commissione del ministero delle Finanze, esistevano 626 tax expenditures in Italia, con un costo per lo Stato di circa 80 miliardi di euro all’anno. Cifra che potrebbe arrivare fino a 100 miliardi di euro secondo alcune stime.
Questo sistema può essere paragonato a una situazione in cui i prezzi vengono artificialmente alzati per poi offrire sconti successivi.
Il legislatore impone alte aliquote fiscali e poi cerca di attenuarne l’impatto attraverso una serie di agevolazioni fiscali. Tuttavia, queste agevolazioni non sono distribuite equamente.
La Corte dei Conti ha osservato che le tax expenditures tendono a favorire i redditi più alti, poiché non tutti i contribuenti hanno la stessa capacità di sfruttare le detrazioni.
Perché non si riesce ad eliminarle?
Le tax expenditures si accumulano nel tempo, creando una “giungla” difficile da sfoltire. Ogni governo esita a eliminare le agevolazioni esistenti per evitare le proteste delle categorie beneficiarie.
Ad esempio, la riduzione o l’eliminazione del bonus mobili provocherebbe le proteste dei venditori di arredi, mentre la cancellazione del bonus psicologo incontrerebbe la resistenza degli psicologi.
Di conseguenza, ogni governo tende ad aggiungere nuove agevolazioni senza eliminare quelle vecchie, aggravando ulteriormente il problema.
Infine, un altro fattore che contribuisce alla loro proliferazione è la stagnazione degli stipendi in Italia. Negli ultimi decenni, i salari reali sono rimasti invariati o addirittura diminuiti rispetto al 1990.