Telefonata Meloni-Zelensky: ecco cosa si sono detti

Telefonata Meloni-Zelensky: ecco cosa si sono detti

Ieri la premier Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il presidente ucraino Zelensky a cui ha ribadito l’impegno per una pace giusta.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ieri hanno avuto un nuovo colloquio telefonico nel corso del quale la premier ha ribadito il sostegno dell’Italia a Kiev per raggiungere una “pace giusta”. Al termine della telefonata Meloni scrive su Twitter: “Siamo con l’Ucraina. Ho confermato il nostro impegno e parlato dell’obiettivo di una pace giusta e duratura”.

Da parte sua Zelensky nel suo discorso serale alla nazione via social ha dichiarato di aver parlato con Giorgia Meloni e di averla ringraziata “per i suoi principi, per la sua determinazione, per la vera forza europea che si avverte nelle sue parole e nelle sue azioni in difesa della libertà” ha detto il presidente ucraino. I due leader hanno discusso delle relazioni bilaterali tra i due Paesi e della situazione dell’aggressione russa. Zelensky ha informato la premier della situazione sul campo e dei bisogni dell’Ucraina.

Giorgia Meloni-Volodymyr Zelensky

La gratitudine del presidente ucraino all’Italia

“Già nei prossimi mesi potremo essere più attivi al fronte. E faremo di tutto per garantire che il sostegno dei nostri passi da parte del mondo sia il più efficace possibile” ha affermato il presidente Zelensky. Una nota di Palazzo Chigi, nell’informare della telefonata della presidente con il numero uno di Kiev ha affermato che hanno convenuto sulla necessità di arrivare ad una pace giusta.

Inoltre, Zelensky ha anche “manifestato apprezzamento per la prossima Conferenza di Roma sulla ricostruzione dell’Ucraina prevista per il 26 aprile, un’occasione importante per rafforzare i rapporti tra le imprese italiane e l’Ucraina”. Il presidente ha anche espresso gratitudine all’Italia e all’assistenza di tutti gli Stati occidentali ricordando la visita della premier Meloni a Kiev lo scorso 21 febbraio.

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