Tentano di avvelenare il prete con la candeggina: scandalo in Chiesa

Tentano di avvelenare il prete con la candeggina: scandalo in Chiesa

Dalla candeggina nel calice alle minacce: paura per Don Felice.

Don Felice, il parroco della chiesa, ha evitato per un soffio di consumare acqua e vino consacrati dopo aver percepito un odore anomalo proveniente dal calice. La successiva analisi ha confermato i sospetti più oscuri: nelle ampolline sacre era stata versata della candeggina.

La candeggina come strumento di intimidazione

La comunità di Pannaconi, frazione di Cessaniti nel Vibonese, si è trovata di fronte a un’inquietante scoperta prima della celebrazione della messa nella chiesa di San Nicola. Questo gesto non è un episodio isolato ma segue altre intimidazioni subite da don Felice e altri parroci della zona.

Di recente, anche don Pontoriero di Cessaniti ha ricevuto minacce, tra cui un gatto morto lasciato sul cofano della sua auto, oltre a lettere minatorie. Questi atti hanno trasformato l’episodio da un semplice atto vandalico a un allarme sociale che sta preoccupando profondamente l’Italia e le autorità ecclesiastiche.

La reazione della Diocesi

In risposta a questi gravi eventi, il vescovo della Diocesi ha emesso un comunicato, esprimendo dolore e preoccupazione per gli atti intimidatori che: “Nulla hanno a che fare con la normale vita cristiana delle parrocchie“. Il vescovo ha invitato le comunità cristiane a non lasciarsi scoraggiare da questi atti di violenza, sottolineando l’importanza di non cedere allo sconforto o alla rabbia.

Non possiamo accettare questo linguaggio, non dobbiamo rispondere all’odio con odio, sapendo che non è possibile dialogare davvero con chi si rifiuta di farlo,” ha dichiarato il vescovo, ringraziando le forze dell’ordine per la loro professionalità e supporto in questi momenti difficili.

Ha inoltre assicurato ai suoi sacerdoti una costante presenza da parte della Chiesa e supporto per consentire loro di continuare a svolgere il loro prezioso servizio in favore del Popolo di Dio. La risposta della Diocesi e delle comunità locali dimostra una ferma volontà di mantenere vive le proprie tradizioni e valori cristiani, nonostante le sfide poste da questi atti intimidatori.