Amatrice, a sette anni dal terremoto: la decisione della Meloni

Amatrice, a sette anni dal terremoto: la decisione della Meloni

“Serve un cambio di passo sulla ricostruzione”, afferma la premier Giorgia Meloni sulla situazione ancora tragica di Amatrice.

A sette anni dal terribile terremoto che distrusse Amatrice, sono 14mila le persone che vivono lontane dalla propria casa. Nella città le macerie sono ancora presenti, e i cantieri ancora assenti. “Molti territori faticano a tornare alla normalità, diversi i ritardi da colmare e le criticità che rimangono da affrontare”, dichiara Giorgia Meloni.

Giorgia Meloni

Meloni: “Imprimere un cambio di passo”

Ricordando il sisma che il 24 agosto 2016 colpì il Centro Italia e Amatrice, l’esecutivo ha garantito che “il governo sta operando per imprimere un cambio di passo, dalle norme ai cantieri”. Questa è stata una vera e propria catastrofe che rimarrà per sempre nella nostra memoria collettiva. In questo anniversario rinnoviamo il nostro cordoglio per le vittime e la vicinanza alle loro famiglie e ai loro cari”, aggiunge la premier.

La collaborazione tra il ministro per la Protezione Civile Musumeci, il commissario Castelli e la Struttura commissariale, le Regioni coinvolte e i 138 Comuni del cratere, “sta dando buoni risultati“, afferma Giorgia Meloni.

Velocizzare la ricostruzione pubblica e privata

Dopo il periodo della pandemia e dell’inflazione che ha colpito il Paese, “si è dato un nuovo impulso alla ricostruzione privata e sono state poste le basi per velocizzare quella pubblica, snellendo le procedure e sostenendo concretamente i soggetti attuatori nelle attività di progettazione e sviluppo delle opere pubbliche”.

La premier Meloni sottolinea l’importanza dell’impegno per l’infrastrutturazione stradale delle aree dell’Appennino centrale, “per troppi anni dimenticate e trascurate, con investimenti che raggiungono il miliardo di euro, e per porre le condizioni per nuove attività economiche e sociali”.

Si avanza con il programma ‘NextAppennino’, finanziato dal Piano Nazionale Complementare del Pnrr per le aree sisma 2009 e 2016, che “sta dimostrando che è possibile mettere a terra le risorse pubbliche per stimolare investimenti privati e gettare le basi di un nuovo sviluppo”.