Un attacco simultaneo in Daghestan ha causato la morte di 15 poliziotti e un prete. Gli analisti sospettano il coinvolgimento dell’Isis.
Ieri il Daghestan è stato teatro di un attacco simultaneo che ha sconvolto la regione e il paese intero. Nella città di Derbent, uomini armati hanno assaltato una sinagoga e due chiese ortodosse, mentre a Makhachkala, la capitale del Daghestan, la polizia è stata presa di mira in un’azione coordinata. Il bilancio delle vittime è tragico: almeno 15 poliziotti e un prete hanno perso la vita. Sergei Melikov, governatore della regione, ha definito la giornata “tragica per il Daghestan e per l’intera nazione” attraverso un messaggio su Telegram.
Attacco simultaneo a Derbent e Makhachkala
Le operazioni antiterrorismo, condotte dalle forze armate russe, hanno portato all’uccisione di sei attentatori, ma le indagini proseguiranno per individuare tutti i membri delle cellule dormienti. Il Comitato Nazionale Antiterrorismo ha dichiarato conclusa l’operazione dopo la neutralizzazione delle minacce immediate, come riportato dalle agenzie di stampa russe.
Possibile coinvolgimento dell’Isis
Secondo gli analisti dell’Istituto per lo Studio della Guerra (Isw), dietro questi attacchi potrebbe esserci la mano dello Stato Islamico (Isis). Questa ipotesi contrasta con quella russa, che accusa l’Ucraina e la NATO di essere coinvolte negli eventi. Gli esperti dell’Isw sottolineano le crescenti tensioni tra Mosca e le minoranze musulmane del Caucaso, che hanno visto un incremento del reclutamento da parte di gruppi estremisti.
La cellula russa dell’Isis, Al-Azaim Media, ha rilasciato un comunicato in cui esprimeva gratitudine ai “fratelli del Caucaso” per la dimostrazione di forza, sebbene non abbiano rivendicato direttamente l’attacco. La menzione del Caucaso suggerisce un legame con ‘Vilayat Caucasus’, una cellula dell’Isis attiva nella regione. Da aprile, questa organizzazione ha intensificato gli sforzi di reclutamento nel Caucaso settentrionale.
Gli analisti dell’Isw notano inoltre che le autorità russe hanno lanciato una vaga operazione antiterroristica nel Caucaso settentrionale, ma hanno preferito accusare l’Ucraina e la NATO piuttosto che affrontare direttamente la minaccia interna rappresentata dai gruppi estremisti locali.
Questi eventi hanno messo in luce la fragilità della sicurezza nella regione del Daghestan e la complessità delle dinamiche interne che potrebbero alimentare ulteriori episodi di violenza. Le indagini continueranno per fare piena luce su chi c’è dietro questi attacchi e per prevenire futuri atti terroristici.