A Castello d’Argile, un presunto suicidio si rivela un omicidio, la Procura accusa il marito di aver ucciso una donna, la moglie.
Un uomo di 53 anni ha denunciato il presunto suicidio della moglie di 58 anni, la donna è stata trovata impiccata nella loro casa. Tuttavia, la Procura, dopo tre anni di indagini accurate, ha dichiarato che non si è trattato di un suicidio, ma di un omicidio. Il marito è ora accusato di omicidio volontario aggravato da futili motivi e dalla relazione extraconiugale che aveva con un’altra donna. Il movente, secondo gli inquirenti, sarebbe stato il desiderio di vivere liberamente la sua nuova relazione amorosa.
Il legale del marito ha contestato queste accuse, affermando: “Ci riserviamo di valutare il compendio indiziario e il materiale istruttorio. Il mio assistito si considera e si è sempre considerato innocente. Esclude ogni profilo di responsabilità“.
Le incongruenze nelle dichiarazioni e le scoperte delle indagini
Il marito ha sempre sostenuto di aver trovato la moglie morta al suo fianco solo al mattino seguente, con una corda legata al collo e fissata alla spalliera del letto. Ha dichiarato di aver tentato di rianimarla prima di chiamare i soccorsi. Tuttavia, sin dalle prime indagini, sono emerse diverse incongruenze nella sua versione dei fatti.
La scena inizialmente sembrava quella di un suicidio, soprattutto dato che la donna soffriva di depressione. Ma una perizia tossicologica ha rivelato che la vittima era sotto l’effetto di alcol e psicofarmaci in quantità tale da non poter stringere la corda da sola. Inoltre, la posizione del corpo indicava che era stata spostata prima che sopraggiungesse la rigidità cadaverica. Il medico legale ha concluso che la donna era stata strangolata, con la morte avvenuta in un intervallo di tempo in cui il marito poteva essere presente in casa.
La relazione extraconiugale e il movente
Le indagini hanno anche portato alla luce la relazione extraconiugale del marito con una donna più giovane. Quella notte, egli era uscito con l’amante, descrivendo la storia come una semplice avventura. Tuttavia, le testimonianze e le dichiarazioni dell’amante hanno rivelato che la relazione era più seria di quanto dichiarato, con l’amante che pressava l’uomo affinché lasciasse la moglie.
Gli investigatori hanno collegato questa pressione con il possibile movente dell’omicidio: il marito avrebbe voluto liberarsi della moglie per poter vivere apertamente la sua nuova relazione. La Procura, quindi, ha formulato l’accusa di omicidio volontario con aggravanti.
Il caso è ora al vaglio della giustizia, con il marito che continua a proclamarsi innocente. Le indagini e i prossimi sviluppi saranno cruciali per determinare la verità dietro questo tragico evento.