Un esperto di geopolitica avverte che la terza guerra mondiale potrebbe scoppiare in Asia, tra tensioni economiche e rivalità militari.
Gli analisti di geopolitica stanno sollevando preoccupazioni sul possibile scoppio della terza guerra mondiale in Asia. Zheng Yongnian, uno dei più importanti studiosi di geopolitica in Cina, ha lanciato un allarme che sta facendo discutere. Secondo Yongnian, non sarà il Medio Oriente o l’Ucraina il centro del prossimo grande conflitto globale, ma l’Asia-Pacifico.
Le tensioni tra Stati Uniti e Cina, alimentate da interessi economici e da una crescente rivalità militare, stanno portando a un’escalation pericolosa che potrebbe culminare in una guerra mondiale.
Perché l’Asia è al centro delle tensioni globali
L’Asia rappresenta oggi uno dei punti più sensibili nel panorama geopolitico globale. Secondo Yongnian, vi sono diversi fattori che stanno contribuendo a rendere questa regione estremamente vulnerabile. Innanzitutto, vi è l’influenza sempre più forte degli Stati Uniti, che stanno espandendo la loro presenza militare e politica nella regione. “Questa parte del mondo possiede tutti gli elementi suscettibili di scatenare una guerra mondiale. Possono essere riassunti così: interessi economici + Stati Uniti + una versione asiatica della NATO + modernizzazione militare + nazionalismo”, ha dichiarato Yongnian.
La modernizzazione militare in corso in molti Paesi asiatici, unita al crescente nazionalismo, sta accelerando questa dinamica di confronto. Per Yongnian, il ruolo degli Stati Uniti è cruciale: “gli Stati Uniti stanno diventando un significativo promotore della guerra in Asia. La principale ragione per cui l’America pianifica la guerra sono gli enormi benefici economici che può ricavare in Asia”. Il rischio, secondo l’esperto, è che queste tensioni sfocino in una nuova guerra fredda che potrebbe degenerare in un conflitto aperto.
Il ruolo della Cina e la possibile terza guerra mondiale
Nel frattempo, la Cina di Xi Jinping sta preparando il terreno per affrontare questi scenari attraverso la costruzione di un’economia sempre più autonoma. Questo processo, definito “economia-fortezza”, mira a rendere il Paese meno vulnerabile agli shock esterni e più resistente a eventuali sanzioni o blocchi economici. La strategia di Pechino è chiara: prepararsi a un possibile isolamento economico e al confronto con l’Occidente.
Ciò che preoccupa ulteriormente, secondo Yongnian, è la scarsa consapevolezza del pericolo in molte società asiatiche. “Non solo le società asiatiche sono poco consapevoli del pericolo, ma un crescente numero di Paesi si uniscono a questo minaccioso war game, attivamente o passivamente”, ha aggiunto come riportato da liberoquotidiano.it.
La situazione, quindi, appare complessa e altamente instabile, con l’Asia al centro di un pericoloso intreccio di interessi geopolitici ed economici che potrebbero sfociare in una nuova guerra mondiale.