Il test della camminata sarà cruciale per identificare “ignoto 1” nel caso Pierina Paganelli. Vediamo i dettagli dell’accaduto.
Il caso Pierina Paganelli, l’anziana uccisa a Rimini il 3 ottobre 2023, è arrivato a un momento decisivo. L’uomo accusato dell’omicidio, Louis Dassilva, è stato portato in via del Ciclamino per un esperimento probatorio che potrebbe determinare la sua colpevolezza o la sua innocenza.
Caso Pierina Paganelli: le prime prove alla luce del giorno
Al centro del test c’è il confronto con le immagini della cam3, la videocamera che la sera del delitto ha ripreso una figura maschile camminare nei pressi del condominio.
Secondo l’accusa, quella figura sarebbe Dassilva, mentre la difesa sostiene che si tratti di Emanuele Neri, un altro residente del palazzo. Per stabilire la verità, è stato organizzato un test della camminata, in cui entrambi hanno ripercorso lo stesso tragitto ripreso dalla videocamera.
Nel pomeriggio, sotto la sorveglianza delle forze dell’ordine, sono iniziate le prime prove. Louis Dassilva ha percorso il tragitto segnato con birilli e X disegnate a terra, indossando una maglietta bianca e portando una felpa bianca sul braccio sinistro, simulando l’oggetto che l’uomo del video aveva con sé. Dopo diverse ripetizioni, lo stesso percorso è stato eseguito da Emanuele Neri, che ha camminato con una felpa bianca sul braccio sinistro. Per mantenere le stesse condizioni dell’originale.
Dal balcone della sua abitazione, Valeria Bartolucci, moglie di Dassilva, ha seguito attentamente ogni fase dell’esperimento. Per un attimo, i due si sono incrociati con lo sguardo, ma Dassilva è rimasto impassibile, concentrato sulla prova.
Il test decisivo con le condizioni reali del video
Il momento più importante dell’esperimento si è svolto dopo il tramonto, per ricreare le stesse condizioni di illuminazione della sera del delitto. Alla presenza di tecnici, investigatori e avvocati, sono stati effettuati nuovi passaggi lungo il percorso, questa volta con dettagli ancora più fedeli al video originale.
Dassilva ha indossato una maglietta con il logo “Eco Service”, un berrettino chiaro e occhiali da vista, esattamente come l’uomo ripreso dalla cam3. Neri, invece, ha vestito una maglietta con il logo “Edil-Infissi”, occhiali e un marsupio simile a quello che aveva all’epoca.
Ma la discriminante decisiva potrebbe non essere solo l’abbigliamento o la postura: il colore della pelle sarà l’elemento chiave dell’analisi. Se le immagini riprodotte permetteranno di distinguere con certezza la tonalità della pelle di “ignoto 1”, il test potrebbe fornire una risposta definitiva sull’identità della persona nel video. In caso contrario, la prova video potrebbe essere esclusa dal processo e la decisione si sposterà nelle mani del tribunale del Riesame, che dovrà riesaminare la posizione di Louis Dassilva. Il tutto come riportato da ansa.it
