Coronavirus, in arrivo un test per riconoscere la variante Delta. E Moderna adatta il vaccino

Coronavirus, in arrivo un test per riconoscere la variante Delta. E Moderna adatta il vaccino

Coronavirus, in arrivo un test per riconoscere la variante Delta. Il virologo Broccolo: “Potranno aiutare a controllare la diffusione”.

ROMA – Un test per riconoscere la variante Delta. Come riportato dall’Ansa, nei prossimi giorni in Italia dovrebbero arrivare dei tamponi per individuare la mutazione indiana. Si tratta di un passaggio fondamentale per cercare di evitare una risalita dei contagi in autunno.

La variante, infatti, ha dei sintomi molto simili ad un raffreddore e per questo motivo si rischia di non individuarla subito. Con i nuovi test, invece, c’è la possibilità di arrivare a identificare la variante subito e iniziare l’attività di contact tracing.

Il virologo Broccolo: “Modificare i criteri per lo screening”

La variante indiana preoccupa e il virologo Broccolo ai microfoni dell’Ansa ha chiesto dei “nuovi criteri di analisi di dei tamponi con un’alta carica virale per riuscire ad individuare la variante Delta. Per questo motivo serve cambiare anche le modalità dello screening e aggiornare i test per la ricerca delle varianti che destano preoccupazione“.

In Italia – ha aggiunto – non abbiamo un monitoraggio della circolazione di questa variante, contrariamente a quanto avviene in Inghilterra […]. Il nuovo test sicuramente potrebbe consentire di controllare maggiormente la circolazione e non rischiare un nuovo aumento dei casi“.

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Moderna aggiorna il vaccino

Varianti che hanno portato Moderna ad adattare il proprio vaccino. Come riferito dai media internazionali, l’Ue ha chiuso un secondo contratto con l’azienda farmaceutica per l’acquisto di 150 milioni di dosi aggiuntive nel 2022 contro le mutazioni.

Il contratto, scrive l’Ansa, garantisce la consegna dal terzo trimestre dell’anno in corso fino alle fine del 2022 vaccini che hanno efficacia contro le varianti. Approvata, inoltre, la produzione di Pfzier in due impianti in Germania e in Svizzera per aumentare la produzione e cercare di rispettare le consegne. Si tratta di un passaggio obbligatorio per ritornare il prima possibile alla normalità.