Gli ultimi sviluppi nel caso del delitto di Via Poma, una testimonianza inaspettata porta nuove accuse e potrebbe cambiare le indagini.
Il misterioso delitto di via Poma, avvenuto a Roma il 7 agosto 1990, ha recentemente avuto una svolta significativa, Giuseppe Macinati, parlando a “Quarto Grado”, il programma di Rete4 condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero, ha fornito testimonianza cruciale. Queste nuove rivelazioni possono sconvolgere tutto il caso aperto e le indagini che ne susseguono.
La rivelazione di Macinati
Macinati ha rivelato che, pochi mesi prima dell’omicidio di Simonetta Cesaroni, sua sorella, allora ventenne, fu abusata dall’avvocato Francesco Caracciolo di Sarno. L’avvocato, all’epoca presidente dell’Associazione italiana alberghi della gioventù, luogo di impiego della Cesaroni, avrebbe minacciato la famiglia di Macinati per assicurarsi il loro silenzio.
Un legame con il delitto?
La rivelazione solleva interrogativi sul possibile collegamento tra l’abuso subìto dalla sorella di Macinati e il delitto di via Poma. L’accusa nei confronti di Caracciolo di Sarno, che è deceduto nel 2016, apre nuove ipotesi investigative su uno dei casi più intricati e discussi della cronaca italiana.
Macinati ha ribadito le sue dichiarazioni davanti alla Procura, che ha successivamente convocato la sorella, la presunta vittima. Quest’ultima avrebbe confermato gli abusi subiti, aggiungendo una nuova dimensione al giallo che da decenni tiene l’Italia con il fiato sospeso.
Il delitto di via Poma rimane uno dei gialli più complessi e misteriosi, con molteplici piste investigative e teorie. La nuova testimonianza di Macinati potrebbe essere decisiva nel fornire nuovi spunti per la risoluzione del caso che oramai dura da troppo tempo.
Con questa svolta, si apre un nuovo capitolo nel caso del delitto di via Poma. La testimonianza di Giuseppe Macinati potrebbe essere la chiave per dipanare la fitta rete di misteri che avvolge questo caso da oltre trent’anni, avvicinandoci alla tanto attesa verità.