La testimonianza di un medico di Bergamo sulle autopsie: “Così abbiamo scoperto come uccide il coronavirus”.
BERGAMO – “Così abbiamo scoperto come uccide il coronavirus“, in un’intervista al Corriere della Sera un medico di Bergamo la racconta la sua testimonianza sulle autopsie.
“Le circolari del Ministero – spiega Andrea Giannatti – ci dicevano di non fare autopsie sui pazienti deceduti a causa del Covid-19. Non perché c’erano rischi di contagio ma è inutile, secondo loro, fare esami simili se si conosce già la causa del decesso. Ma noi volevamo capire il perché questa malattia si stava manifestando in forme diverse e multiple“.
Il medico conferma: “Più pazienti erano deceduti per trombosi”
I diversi casi di trombosi hanno fatto insospettire il medico di Bergamo: “Molti pazienti erano deceduti a causa di questo problema. Si tratta si un sintomo che si manifesta soprattutto dopo una fase acuta di polmonite. La tesi più credibile è che il Covid-19 attacchi alcuni recettori che si trovano proprio lungo i vasi sanguigni. E più in generale che riesca a mettere in moto una serie di effetti che da un certo momento in poi non dipendono più da lui, ma ci sono e possono essere anche letali“.
L’uso dell’eparina
Proprio questa scoperta ha portato l’ospedale Papa Giovanni di utilizzare l’eparina per combattere il coronavirus. “Sembra assolutamente utile – ha detto Gianatti – ma siamo ancora in fase di definizione. Cioè non ci sono ancora certezze, tutto va stabilizzato, ma queste sono valutazioni che spettano ai miei colleghi clinici“.
E ora gli esiti di queste autopsie sono in fase della valutazione dalla sezione Malattie infettive di Lancet per capire meglio come uccide il coronavirus. Una scoperta fatta grazie alle autopsie che non si dovrebbero fare almeno secondo il Ministero della Salute.
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