Dopo le critiche alla misura del governo italiano sul tetto al contante, arriva l’ok del Consiglio europeo che lo fissa a 10mila euro per tutti i paesi.
Il Consiglio Ue ha concordato la posizione sul regolamento antiriciclaggio della Commissione Ue. Il vertice ha stabilito un tetto massimo ai pagamenti in contanti a 10 mila euro in tutti i Paesi dell’Unione europea. In più, ci sarà maggiore controllo sulle criptovalute e saranno definite misure di verifica per le transazioni superiori a mille euro con questo metodo. Maggiori regole anche per chi commercia pietre e metalli preziosi.
«I terroristi e coloro che li finanziano non sono i benvenuti in Europa. Per riciclare il denaro sporco, gli individui e le organizzazioni criminali hanno dovuto cercare scappatoie nelle nostre regole esistenti che sono già piuttosto rigide. Ma la nostra intenzione è di colmare ulteriormente queste scappatoie e applicare regole ancora più severe in tutti gli Stati membri dell’Ue» ha detto il ministro dell’economia ceco.
Il nuovo regolamento Ue per contrastare la criminalità
L’Unione europea ha intenzione di contrastare il riciclaggio e la criminalità rendendo impossibili i pagamenti superiori ai 10mila euro in contanti. Gli Stati membri inoltre avranno la possibilità di imporre un tetto al contante inferiore se lo ritengono opportuno. Dei 27 paesi dell’Ue 13 infatti non avevano alcun tetto al contante come la Germania mentre nei 14 c’erano norme diverse. Ad esempio, in Slovacchia il tetto era di 15mila euro che ora dovrà adeguarsi al regolamento Ue. Mentre all’opposto c’è la Grecia con un tetto al contante di 500€.
Pronta è arrivata la reazione del segretario della Lega. “Bene, anche l’Europa conferma la libertà di usare il proprio denaro come si vuole, raddoppiando addirittura il tetto all’uso del contante previsto dal governo italiano da 5 a 10mila euro. Sinistri e critici in silenzio oggi?”, ha scritto su Twitter il vicepremier Matteo Salvini. Il tetto al contante è stata infatti una delle norme della manovra del governo Meloni più discusse e criticate dall’opposizione e dall’opinione pubblica.