TLC cosa cambia con l’arrivo dei  servizi Semi-VULA e Semi-Bitstream NGA. Ce lo spiega un utility manager di Assium

TLC cosa cambia con l’arrivo dei  servizi Semi-VULA e Semi-Bitstream NGA. Ce lo spiega un utility manager di Assium

Il settore delle Telecomunicazioni (TLC) si avvia verso una nuova idea di connettività: negli ultimi mesi gli operatori stanno completando il rilascio di tecnologie FTTH per sostituire ADSL e FTTC (Fiber To The Cabinet).

Parliamo di circuiti in fibra ottica accesi su dispositivi passivi: GPON. La proposizione TIM wholesale VULA e Bitstream NGA è oggi affiancata dal Semi-VULA e dal Semi-Bitstream NGA. Ma cosa sono? Ne abbiamo parlato con Paolo Bussalino, Direttore accademico TLC di UMA, Utility Manager Academy e membro del consiglio tecnico-scientifico di Assium.

Cosa sono Semi-VULA e Semi-Bitstream NGA?

VULA è l’acronimo di Virtual Unbundling Local Access, un sistema di connessione spesso associato a Bitsream NGA (Next Generation Access), abbreviato in BS-NGA, due standard che hanno molte similitudini dal punto di vista tecnico: ciò che cambia è la consegna all’operatore del circuito. «Facciamo un passo indietro, partendo dalla base – spiega Paolo Bussalino, Direttore accademico TLC di UMA, Utility Manager Academy, membro del consiglio tecnico-scientifico di Assium, professionista esperto del settore da più di vent’anni – In Italia gran parte dei circuiti sono consegnati da un duopolio: da una parte, TIM/Fibercoop e dall’altra, Openfiber. Anche se il Governo è al lavoro per cercare di agevolare la creazione di un’unica struttura nazionale superpartes che possa aggregare questi due colossi per offrire finalmente un servizio unificato, oggi la quasi totalità delle richieste è intercettata da queste due realtà.

Fino a vent’anni fa, la connettività veniva garantita dall’ADSL, circuito totalmente di rame tra la centrale e l’utente. Il filo di rame è un ottimo conduttore, ma è ipersensibile ai disturbi elettromagnetici: bastava che un cavo poco isolato fosse prossimo a una ferrovia nelle vicinanze di un corso d’acqua, per riportare interferenze importanti nella connessione a discapito dei servizi erogati. Lo sviluppo della connettività avvenne, trasformando i circuiti interamente in rame in fibra mista rame. La fibra ottica non è soggetta alle interferenze elettromagnetiche. Si è passati da ADSL a FTTC (fibra fino al cabinet).

La sfida di oggi è passare da FTTC a FTTH, sfruttando qualunque cavidotto utile, anche quello elettrico. Questa ottimizzazione al solito ha favorito le regioni maggiormente infrastrutturate e già più urbanizzate».

L’arrivo del voucher governativo

Oggi molti utenti utilizzano la tecnologia FTTH (Fiber To The Home), ovvero la fibra direttamente a casa, anche in seguito al voucher connettività, offerto dal Governo, che prevedeva il riconoscimento di un contributo, sotto forma di sconto, sul prezzo di vendita dei canoni di connessione a Internet in banda ultra-larga.

«Una possibilità che però non tutti in Italia possono sfruttare», commenta Bussalino.

In cosa consistono i servizi Semi-VULA e Semi-Bitstream NGA?

«Per spiegarti questo, facciamo un passo indietro. L’operatore che offre servizi di connettività (Fastweb, Iliad o qualsiasi altro, ndr) spesso non è proprietario delle infrastrutture – continua Bussalino – Cosa succede quindi? Per fornire il servizio al cliente, l’operatore porta la propria rete fino alla centrale, dove il provider proprietario della rete (TIM/Fibercop o Openfiber) si occupa della sua distribuzione. C’è un però: tutto questo consentirebbe una connessione eccellente, se in ogni parte di Italia si potesse usufruire di infrastrutture adeguate per far passare agevolmente la fibra – commenta Bussalino – Ma in molte zone industriali e rurali questo è ancora utopia. L’auspicio è che gli investimenti statali ed europei vadano a potenziare infrastrutture preesistenti nelle aree sottosviluppate o periferiche e non a potenziare connessioni già performanti in aree già urbanizzate o ben servite».

Le nuove tecnologie che impatto hanno sul settore e qual è il ruolo dell’Utility Manager?

L’Utility Manager è l’esperto di utilities a 360 gradi: energia elettrica, gas, telefonia mobile, fissa e connettività. La certificazione UNI 11782 del 2020 rende l’utility manager un consulente di supporto concreto e reale: supervisiona e consiglia per quanto riguarda la sottoscrizione dei contratti di fornitura o il rinnovo di quelli esistenti, monitora le fatture e risolve i problemi legati alle utenze. Non solo, l’Utility Manager ha anche il compito di affiancare il proprio cliente nella scelta dell’operatore migliore sul mercato, mettendolo in sicurezza davanti a possibili complicazioni. «Ecco che in questo caso un Utility Manager, oltre a essere sempre aggiornato sulle ultime tecnologie – commenta Bussalino – ha modo anche di sapere con largo anticipo dove questi nuovi servizi verranno erogati. Questo permette all’azienda o alla famiglia interessata da questo tipo di copertura di abbattere i costi ed essere sempre servita dalla migliore connessione a livello di performance». TLC: il corso in Utility Manager Academy «A tal proposito, segnalo a tutti coloro che vogliono diventare Utility Manager o devono aggiornarsi in materia di connettività, che all’interno del nostro corso dedicato alle TLC in Utility Manager Academy, esiste un modulo dedicato proprio a queste nuovissime tecnologie, che sul lato pratico fornisce all’Utility Manager gli strumenti per sapere dove verranno erogati questi servizi – precisa Bussalino – Il corso consta di 12 ore complessive, divise appunto in moduli, fruibili on demand, di modo che ognuno possa comporre il proprio pacchetto learning sulla base delle proprie esigenze e competenze. Alla fine, si tiene il consueto test per avere la certificazione in corso TLC».