Salone del Libro di Torino, Piero Fassino a giudizio

Salone del Libro di Torino, Piero Fassino a giudizio

Chiusa l’indagine a Torino sul Salone del Libro. 29 gli avvisi di garanzia, 17 a processo. Chiesto il processo per Piero Fassino.

TORINO – Le indagini sulla Fondazione del Salone del Libro si sono concluse. La Procura di Torino aveva emesso ventinove avvisi di garanzia con le accuse di falso in bilancio, turbativa d’asta e peculato. Tra i profili più importanti a ricevere questo avviso cera l’ex sindaco Piero Fassino.

fonte foto https://www.facebook.com/SaloneLibroTorino/

Salone del Libro, chiesto il rinvio a Giudizio per l’ex sindaco Fassino

Il 2 ottobre si è conclusa l’udienza preliminare per i 29 indagati. Al termine dell’udienza l’ex sindaco Piero Fassino rientra tra i soggetti rinviati a giudizio. Fassino è accusato di turbativa d’asta.

Ho sempre agito con assoluta correttezza e trasparenza con l’unico obiettivo di garantire che il Salone del Libro potesse continuare la sua attività, evitando ogni evento che lo potesse mettere a rischio, fatto che avrebbe determinato un grave danno per Torino. Stante le difficili condizioni finanziarie della Fondazione del Libro, la messa in sicurezza del Salone era tutt’altro che scontata e ogni mio atto è stato finalizzato a quell’obiettivo in modo trasparente, rispettando le prerogative della Fondazione del Libro, ottemperando pienamente alle leggi vigenti e aderendo, in ogni passaggio, alle indicazioni dei consulenti legali“. Queste le dichiarazioni dell’ex sindaco alla conclusione delle indagini.

Dei 29 indagati, per 17 è stato disposto il rinvio a giudizio. Oltre a Fassino c’è anche Rolando Picchioni.

Tribunale

Salone di Torino, le indagini della Procura

Si tratta di lunga inchiesta che ha preso sotto esame tutti i conti della Fondazione nel quinquennio 2010-2015. La Procura è partita dai problemi giudiziari del presidente Rolando Picchioni arrivando alla conclusione che si sarebbe proceduto con una sovrastimazione del marchio per risanare il bilancio di quasi 800 mila euro. Uno studio di un advisor aveva valutato il brand di un milione e ottocentomila euro ma poi alla fine il brand è stato messo all’asta per circa 350 mila euro.

Diversi gli esponenti politici e imprenditori che avevano ricevuto la notifica. Tra di loro anche l’ex sindaco di Torino, Piero Fassino

Nei prossimi mesi inizierà il processo con l’accusa pronta a ufficializzare le proprie richieste. I giudici che dovranno decidere se accettare o no la condanna decisa dalla Procura.