“Ha torturato e tagliato a pezzi 42 donne con un machete”: la macabra confessione di un serial killer

“Ha torturato e tagliato a pezzi 42 donne con un machete”: la macabra confessione di un serial killer

Un serial killer arrestato in Kenya per l’omicidio e lo smembramento di 42 donne evade dal carcere con la complicità di agenti corrotti.

In Kenya, il caso di un presunto serial killer, arrestato per l’omicidio e lo smembramento di 42 donne, ha suscitato orrore e indignazione in tutto il Paese.

L’uomo, dopo essere stato incarcerato – come riportato da Fanpage.it – è riuscito a evadere dal carcere con l’aiuto di agenti di polizia corrotti.

L’orrore degli omicidi e la confessione del serial killer

La vicenda ha avuto inizio con il ritrovamento di nove corpi mutilati di donne, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, in una cava abbandonata a Nairobi.

I corpi erano stati tagliati a pezzi e mostrano segni di torture, chiusi in sacchetti e gettati in una discarica a cielo aperto. Le indagini della polizia hanno portato all’arresto del sospettato.

Un uomo di 33 anni, che avrebbe confessato l’uccisione di 42 donne, inclusa sua moglie scomparsa nel 2022. La confessione ha rivelato un modus operandi agghiacciante.

L’uomo avrebbe attirato le sue vittime per poi ucciderle con un machete, smembrando i loro corpi e scaricandoli in discariche.

Nonostante la confessione, il caso è stato complicato dalle dichiarazioni dell’avvocato del sospettato. Il quale sostiene che il suo cliente è stato costretto a confessare sotto tortura.

Il legale ha affermato che il sospettato è apparso in tribunale a Nairobi. Dove un magistrato aveva ordinato un’ulteriore detenzione di 30 giorni per consentire alla polizia di completare le indagini.

La fuga dal carcere e il coinvolgimento degli agenti

La vicenda ha preso una piega ancora più drammatica quando il sospettato, insieme ad altri dodici detenuti, è riuscito a evadere dal carcere scalando un muro e tagliando un tetto di rete metallica.

Le autorità locali hanno subito avviato un’indagine interna, che ha portato alla sospensione di otto agenti di custodia. Cinque di questi sono stati formalmente accusati di complicità nell’evasione.

Gli agenti sono sospettati di aver agevolato la fuga del serial killer e degli altri detenuti, tra cui si trovavano anche cittadini eritrei arrestati per immigrazione clandestina.

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