Incidente del bus di Mestre: analisi del malore dell’autista Alberto Rizzotto, controversie tra esperti, e le ultime scoperte nella perizia.
Nel tragico incidente del bus a Mestre, dove 21 persone hanno perso la vita, l’attenzione si concentra sullo stato di salute di Alberto Rizzotto, l’autista. Il 3 ottobre, il bus precipitò dal cavalcavia di Marghera, provocando morte e devastazione. Gli esperti indagano su un possibile malore che avrebbe potuto causare la perdita di controllo del veicolo. Una “placca eccentrica non occludente“, ostruendo una coronaria, è stata scoperta durante l’autopsia, coordinata dal medico legale Guido Viel.
Contrasto tra Periti e conclusione incerta
Gaetano Thiene e Giuseppe Tarantini, periti della famiglia Rizzotto e del Comune di Venezia, escludono il malore o la morte improvvisa. Tuttavia, questa posizione è contrastata da altri consulenti. L’incertezza regna, con la probabilità che prevale sulla certezza, lasciando aperte questioni assicurative potenzialmente milionarie.
Un nuovo sopralluogo sul luogo dell’incidente ha portato alla decisione di prelevare l’intero guardrail. L’ingegnere Placido Migliorino, nominato dal pubblico ministero, ha ritenuto necessario verificare lo stato dell’intera barriera. Si indaga se un guardrail più robusto avrebbe potuto prevenire la tragedia.
Il varco esistente nel guardrail è un punto chiave. Il bus, viaggiando a bassa velocità, avrebbe potuto fermarsi se non fosse stato per questo varco. L’impatto ha causato il crollo del guardrail, sollevando interrogativi sulla sua adeguata resistenza.
Parallelamente, sono in corso verifiche tecniche, inclusi test sul bullone dello sterzo presso l’Università. L’ipotesi di un cedimento dell’asse dello sterzo viene esplorata, con l’obiettivo di determinare se sia stato un fattore contribuente all’incidente.
La ricerca della verità
La tragica vicenda del bus di Mestre si svolge tra l’analisi tecnica e la tensione emotiva. L’incertezza persistente riguardo alla causa esatta dell’incidente, sia essa un malore improvviso dell’autista o un difetto meccanico, pone sfide significative nella ricerca della verità. La perizia dell’anatomopatologa Cristina Basso, attesa per gennaio, potrebbe fornire risposte cruciali. Nel frattempo, il dibattito tra gli esperti prosegue, riflettendo la difficoltà di stabilire con certezza le cause di un evento così devastante.