Tragedia del Natisone, giallo sui soccorsi: “Prima chiamata mezz’ora prima”

Tragedia del Natisone, giallo sui soccorsi: “Prima chiamata mezz’ora prima”

Continuano le ricerche dopo la tragedia del Natisone e anche le indagini per quanto concerne l’intervento dei mezzi di soccorso.

Due corpi dei tre ragazzi coinvolti nella tragedia del Natisone sono stati trovati mentre sta continuando la ricerca del giovane Cristian. Il dramma vissuto in questi giorni in Friuli e precisamente a Udine ha sconvolto tutta l’Italia. Adesso, però, è il tempo delle risposte, anche per quanto concerne le tempistiche di salvataggio.

Tragedia del Natisone: le chiamate ai soccorsi

La procura di Udine sta indagando sulla tragedia del Natisone. L’inchiesta aperta per omicidio colposo contro ignoti ruota intorno alle telefonate di Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar, i tre ragazzi coinvolti nel dramma, agli operatori dei soccorsi. A tal proposito ci sarebbero state ben quattro chiamate: la prima alle 13,29, la seconda andata a vuoto e poi altre due più lunghe.

Le domande che tutti si stanno ponendo è se l’intervento dei soccorsi sia stato o meno tempestivo. In questo senso, il Corriere della Sera ha riportato le parole del procuratore capo Massimo Lia che si sta occupando degli accertamenti del caso. “Stiamo svolgendo tutti gli accertamenti, in ogni direzione, per capire l’esatta dinamica della tragedia e oggi abbiamo acquisito l’intera catena di conversazioni intercorse fra i ragazzi e i soccorritori”.

Proprio sulle telefonate, l’uomo ha spiegato: “Non tralasceremo nessun aspetto ma dalla prima telefonata alla tragedia è passata circa mezz’ora e, allo stato, non abbiamo elementi per cambiare l’imputazione contro ignoti”. Anche sulle chiamate agli elicotteri, due per la precisione, sono in atto accertamenti.

La speranza della famiglia di Cristian

Intanto sono ancora in corso le ricerche del giovane Cristian per il quale la sua famiglia non ha perso le speranze. “I familiari di Cristian non disperano ancora di trovare vivo il giovane. Esprimono piena fiducia nell’inchiesta aperta dalla Procura di Udine, convinti che si accerteranno le eventuali responsabilità nel ritardo dei soccorsi prestati ai tre ragazzi”. Sono state queste le parole dell’avvocato Gaetano Laghi, legale dei Molnar. “Chiedono, inoltre, alle autorità proposte di continuare nelle ricerche di Cristian. Il fratello Petru Radu, che segue le ricerche sul posto, desidera che non siano pubblicate sue foto o dei suoi familiari, chiede che siano rispettate l’ansia e l’angoscia che tutta la famiglia Molnar prova in questi terribili momenti e si unisce al dolore delle famiglie Cormos e Doros”.