“Dovevamo morire insieme”, la confessione shock sul dramma di Ravenna

“Dovevamo morire insieme”, la confessione shock sul dramma di Ravenna

La tragedia di Giulia Lavatura che si è gettata nel vuoto con la figlia e il cane, sarebbe stato un gesto premeditato della donna.

Emergono risvolti inquietanti dalla tragedia che ha scosso la città di Ravenna. Giulia Lavatura, donna di 41 anni del posto, si è lanciata dal balcone insieme al suo cane e a sua figlia di 6 anni, che è deceduta immediatamente. Interrogata dall’ospedale dov’è stata ricoverata, la donna ha ammesso di aver premeditato tutto: “Wendy non doveva vivere senza di me”.

Dramma a Ravenna: il salto nel vuoto con la figlioletta

Giulia Lavatura, si è lanciata dal nono piano del palazzo in cui viveva, portando con sé la figlia Wendy, di sei anni, oltre al loro amico a quattro zampe. Come il cane, la piccola è morta per le conseguenze dell’impatto, mentre la madre è sopravvissuta, riportando una lesione alla colonna vertebrale giudicata guaribile in poche settimane.

La donna è stata accusata dell’omicidio pluriaggravato della bimba di sei anni e di uccisione di animali, per cui – una volta uscita dalla struttura ospedaliera – dovrà affrontare il processo. Intanto, il suo legale sostiene che, al momento del salto, non era capace di intendere e di volere. “Non è una persona da punire, è una persona che andava curata e che andrà curata, ha dichiarato.

Dopo il dramma che ha sconvolto la città, è spuntato a galla anche un lungo messaggio di Giulia Lavatura che aveva pubblicato su Facebook. Nel post, la 41enne accusava suo padre che, secondo le sue dichiarazioni, l’avrebbe perseguitata, lamentando anche l’assenza di un’ordinanza restrittiva.

Un atto premeditato

Ancora ricoverata con una prognosi di 40 giorni all’ospedale Bufalini di Cesena, la 41enne ha dovuto rispondere alle domande degli inquirenti che, per oltre due ore, hanno cercato di ottenere alcune informazioni sul perché del suo folle gesto.

La donna ha dichiarato di aver sospeso l’assunzione dei farmaci che le erano stati prescritti dal centro di salute mentale che la seguiva. Tuttavia, Lavatura ha assicurato di non avere somministrato alcun farmaco alla bimba per stordirla prima di lanciarsi nel vuoto: è stato comunque disposto un prelievo di sangue sulla piccola per accertare un’eventuale presenza di sostanze.

“L’unica esitazione l’ho avuta quando mia figlia ha cercato di fermarmi. L’avevo presa in braccio che ancora dormiva e poi si è svegliata. Volevo suicidarmi e volevo che lei non rimanesse senza di me. Avevo premeditato tutto giorni prima”, ha confessato Giulia Lavatura.