L’uomo di 57 anni stava lavorando in un macello in provincia di Padova: i colleghi hanno trovato il suo cadavere ore dopo l’incidente.
Stefano Molfetta è morto così, schiacciato da un carrello elevato contro il telaio metallico di una finestra. La tragedia è avvenuta nella notte tra venerdì e sabato in un macello di Ponte San Nicolò, in provincia di Padova.
Molfetta, un 57enne, è stato dichiarato morto stamattina, a due giorni dall’incidente. Era stato trovato il mattino di sabato, con il macchinario ancora in funzione che lo schiacciava, quando gli altri operai dell’azienda sono entrati nel macello per iniziare a lavorare. L’uomo, infatti, stava operando i macchinari da solo e nessuno ha potuto dargli una mano.
La categoria dei “lavoratori somministrati”
Rossana Bizzotto, direttrice dello Spisal dell’Ulss 6 Euganea, è voluta intervenire sulle colonne de La Stampa per spiegare che Stefano Molfetta rientrava nella categoria dei “lavoratori somministrati“. In pratica, il 57enne non era un dipendente del macello in cui è stato trovato morto ma era stato inviato lì da un’agenzia interinale.
Secondo la dottoressa Bizzotto, quanto accaduto a Molfetta è una sconfitta, arrivata “nonostante gli sforzi costanti da parte dello Spisal, con quasi 2000 controlli effettuati dall’inizio dell’anno e il continuo impegno nella promozione della cultura della sicurezza e della capacità di autotutela“.