Transessuali in carcere, direttrice non li vuole: esplode la polemica

Transessuali in carcere, direttrice non li vuole: esplode la polemica

La direttrice del carcere di Sollicciano solleva polemiche dopo le dichiarazioni sui detenuti transessuali. Ecco cosa ha detto e le reazioni.

La direttrice del carcere di Sollicciano, Antonella Tuoni, ha recentemente sollevato polemiche con una serie di dichiarazioni rilasciate durante una commissione d’inchiesta a Palazzo Vecchio. Riferendosi alle difficoltà di gestione all’interno dell’istituto, Tuoni ha espresso la speranza che i detenuti transessuali non tornino a Sollicciano. 

“No transessuali in carcere”, le parole shock della direttrice

“A Sollicciano spero che i detenuti transessuali non ritornino”, ha affermato la direttrice, specificando che intende attivarsi per evitare la loro presenza futura nel penitenziario: “tipologia particolarmente complicata”, ha aggiunto.

La sua presa di posizione ha immediatamente scatenato reazioni contrastanti, sia all’interno delle istituzioni che tra le associazioni per i diritti civili, che vedono queste dichiarazioni come discriminatorie.

Secondo Tuoni, la situazione del carcere è già di per sé drammatica, sia dal punto di vista strutturale che organizzativo e questo tipo di reclusi “già in passato hanno creato molti problemi”, riporta FanPage.it.

Sollicciano è descritto come un “contenitore dove si alimenta la recidiva”, con condizioni che hanno già portato a due procedimenti disciplinari nei confronti della stessa direttrice.

In un carcere sovraffollato e con risorse limitate, la gestione dei detenuti transessuali viene vista come un’ulteriore complicazione. “Avere detenuti transessuali potrebbe peggiorare la situazione, perché hanno amplificati i problemi delle donne e degli uomini. Sono la tipologia più complicata da gestire. Non è che non li vogliamo a prescindere”, ha spiegato Tuoni.

Sovraffollamento e carenze strutturali

Il sovraffollamento è un altro grave problema segnalato dalla direttrice: “all’appello mancano 223 posti, lasciando una percentuale importante di sovraffollamento visto che allo stato attuale sono chiuse due sezioni giudiziarie, una sezione femminile e sono inagibili diverse camere”.

I detenuti li “riconsegniamo al territorio esattamente, se non peggio, a quando sono entrati” si è lamentata ancora Antonella Tuoni.