Inizia la trattativa europea sul Recovery fund, i Paesi del Nord chiedono la modifica della proposta europea. L’Italia non vuole passi indietro.
È iniziata con il Consiglio europeo del 19 giugno la trattativa europea sul Recovery fund, o meglio sul Next Generation EU, il piano proposto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
La speranza è che si possa trovare un accordo entro la fine del mese di luglio, la sensazione è che l’impresa sarà ardua, soprattutto per l’Italia, che non è intenzionata a prendere in considerazione passi indietro rispetto al piano proposto dall’Ue.
Le richieste dell’Italia sul Recovery fund
Giuseppe Conte ha ribadito di volere una proposta ambiziosa e di non essere intenzionato ad accettare passi indietro da parte dell’Europa sulla proposta della Commissione europea. Tradotto, il Recovery Plan da 750 miliardi non è in discussione.
La posizione dei Paesi del Nord
Ma in occasione del Consiglio europeo sono emerse le divergenze tra i paesi europei.
Gli Stati frugali, i Paesi del Nord, continuano a fare muro e anche al termine dei lavori non risparmiano parole critiche.
Il concetto espresso da Olanda, Austria, Svezia e Danimarca, che hanno accolto nello schieramento anche la Finlandia è chiaro. La proposta della Commissione europea così com’è non è accettabile.
Una doccia fredda per Bruxelles ma soprattutto per Roma, che intorno al Recovery Plan europeo sta costruendo il suo piano per il rilancio.
Bruxelles al lavoro
Ora la passa passa nuovamente a Bruxelles, che ha preso nota delle diverse posizioni e deve lavorare per trovare un compromesso buono per tutti. Impresa ardua soprattutto se si considerano le diverse posizioni che sono di fatto agli opposti.