Il doppio caso dei neonati morti e sepolti a Traversetolo: Chiara Petrolini racconta gli orrori di quei momenti con i piccoli uccisi.
Arrivano dichiarazioni scioccanti per quanto riguarda il caso dei neonati morti e sepolti a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma. In particolare sono le parole di Chiara Petrolini a generare grande clamore per quelli che sarebbero stati gli atti da lei commessi, in momenti diversi, ai danni dei due piccoli infanti. Le dichiarazioni della donna arrivano da un interrogatorio riportato ora dai principali organi di stampa.
Chiara Petrolini, l’interrogatorio sui neonati sepolti in giardino
Sembra non esserci fine all’orrore relativo ai neonati morti e sepolti in giardino a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma, da parte di Chiara Petrolini. La donna, madre dei due piccoli, avrebbe raccontato in un interrogatorio riportato in queste ore da diversi media che citano La Gazzetta di Parma, quelli che sarebbero stati i suoi gesti, per il primo bebè ma anche per il secondo.
“Ho provato a scuoterlo, non respirava e l’ho messo nel giardino”, avrebbe dichiarato in un interrogatorio dello scorso 10 settembre la donna, attualmente ai domiciliari a seguito della morte dei due suoi neonati, partoriti a circa un anno di distanza e trovati sepolti nel giardino della sua villetta.
Ci sarebbero poi altre parole, questa volta dette nell’interrogatorio di agosto, dopo il primo ritrovamento di cadavere, in merito, invece, al secondo bimbo da lei partorito. “Aveva gli occhi aperti, ma non emetteva suoni”, le sue dichiarazioni.
Sempre La Gazzetta di Parma, citata da altri media, ha riportato poi quelle che sarebbero state le parole della famiglia: “Cosa hai fatto? Sei stata tu? Così si va in galera”, le avrebbero detto.
Le veglia per i neonati deserta
La terribile vicenda che ha coinvolto tutta la comunità di Vignale di Traversetolo ha visto in queste ore andare praticamente deserta una veglia che era stata organizzata in chiesa per i piccoli neonati morti e sepolti. A raccontare tutto era stato Don Giancarlo Reverberi a La Gazzetta di Parma. Il sacerdote aveva spiegato che la messa era stata condivisa da pochissime persone: “Mancavano i giovani, tranne alcuni. Mancavano soprattutto le ragazze: nessuna coetanea della mamma è intervenuta. E a parte qualche frequentatore abituale, mancavano le famiglie.