La tregua di Natale per la festività ortodossa non regge e resta solo un’illusione perché viene violata da entrambe le parti.
Mosca e Kiev si scambiano accuse su chi per prima abbia violato la tregua di Natale di 36 ore per celebrare il Natale ortodosso, che secondo il calendario giuliano cade oggi, indetta dallo stesso Putin. Resta un’illusione la tregua in Ucraina perché i bombardamenti sono continuati per tutta la giornata della vigilia, nonostante dalle 10 vigesse questa tregua annunciata dal Cremlino. Sia l’Ucraina che gli Usa avevano accolto con cinismo questa proposta.
Il ministero della Difesa russo ha accusato gli ucraini di avere compiuto bombardamenti nelle regioni orientali di Donetsk e Lugansk e in quelle meridionali di Zaporizhzhia e Kherson dove sono rimasti feriti tre civili. Dall’altra parte invece, Kiev accusa i russi di aver lanciato razzi sulla città di Kramatorsk, sempre nel Donetsk, e di avere “aperto il fuoco 14 volte” nell’oblast di Lugansk.
La reazione di Kiev
A Sebastopoli un drone è stato abbattuto sul porto dai sistemi di difesa antiaerea. Secondo le autorità separatiste dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, l’esercito ucraino ha lanciato questa mattina sei razzi su Makiivka. Gli attacchi russi nell’Ucraina orientale hanno dato la conferma agli Usa che la tregua proclamata da Putin era solo una proposta “cinica”.
Ieri alla vigilia del Natale ortodosso, il presidente ucraino Zelensky ha rivolto i suoi auguri ai suoi connazionale in un video sui social. “È una festa di armonia e unità familiare. E tutti noi insieme siamo una grande famiglia ucraina. Non importa dove ci troviamo ora – a casa, al lavoro, in trincea, per strada, in Ucraina o all’estero – la nostra famiglia è più unita che mai. Uniti nella fede in un’unica vittoria” ha detto Zelensky. “Possa l’armonia venire in ogni famiglia, la prosperità in ogni casa, la vittoria nella terra ucraina e con essa pace e prosperità per migliaia di anni”.