Triplice omicidio a Roma, parla la madre del killer

Triplice omicidio a Roma, parla la madre del killer

Ad allertare le forze dell’ordine sono state la madre e la sorella dell’uomo responsabile del triplice omicidio di Prati, a Roma.

Il 17 novembre, gli inquirenti hanno ritrovato i cadaveri di tre donne all’interno di due edifici, situati a poche centinaia di metri di distanza. Il triplice omicidio è avvenuto in via Augusto Riboty e in via Durazzo a Roma.  

Chi sono le vittime 

Le vittime del triplice omicidio sono tutte donne. Due di loro di origine asiatica, sui quarant’anni circa, molto probabilmente si tratta di cittadine cinesi. Un’altra invece è di origine colombiana, di 65 anni. Tutte e tre lavoravano come prostitute, e sono morte con lo stesso modus operandi. Il killer ha ucciso le tre vittime accoltellandole.  

Ad allertare le forze dell’ordine sono state la madre e la sorella dell’uomo responsabile dei tre omicidi. Il suo nome è Giandavide De Pau. Il killer era già noto alle forze dell’ordine per i legami che aveva con il boss Michele Senese e Massimo Carminati. 

L’intervista rilasciata dalla madre di Giandavide De Pau

La madre dell’uomo arrestato giovedì scorso, nel rione di Prati a Roma, ha rilasciato un’intervista al quotidiano “Il Messaggero”. Il suo racconto riferisce gli attimi antecedenti all’arresto del figlio. “Era confuso, in stato di choc, non si ricordava nulla, parlava di sangue, di tanto sangue, diceva anche che c’era un’altra persona ma non so cosa dirle, gli abbiamo detto di parlare, di raccontare ma lui continuava a ripetere che non si ricordava nulla, io non lo so se mai ricorderà o se ha cancellato tutto dalla sua testa”.  

A lanciare l’allarme alle forze dell’ordine è stata la sorella del 51enne colpevole del triplice omicidio ai danni di tre prostitute. “Se è stato lui e se mai lo ricorderà ho paura che possa compiere un gesto estremo, lo conosco. Se lo ha fatto è per la droga, quella maledetta droga. Ci ha detto di farlo riposare almeno un’ora che poi avrebbe provveduto e alla fine è entrata la polizia”. 

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