Truffa della finta banca: conti svuotati con dati rubati dal dark web
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Truffa della finta banca: conti svuotati con dati rubati dal dark web

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Scoperta a Napoli una banda che truffava anziani con finti operatori bancari, dati rubati dal dark web. Tutti i dettagli.

Una sofisticata truffa bancaria è stata scoperta a Napoli e provincia, dove almeno 22 vittime sono cadute nella rete di un’organizzazione criminale che utilizzava la tecnica dello spoofing. Fingendosi operatori bancari, i truffatori contattavano le vittime con telefonate e messaggi falsi, convincendole a fornire dati sensibili. A rendere possibile il raggiro erano informazioni personali acquistate sul dark web, tra cui nomi, numeri di telefono e coordinate bancarie.

attacco hacker
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Una rete criminale ben organizzata dietro le truffe bancarie

I criminali selezionavano le vittime — spesso persone anziane — e le spingevano a fornire codici OTP, PIN e numeri di carte di pagamento, sostenendo che fosse necessario per “bloccare operazioni sospette”. In realtà, in quel momento, i truffatori stavano svuotando i conti bancari con bonifici o acquisti online di alto valore.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, ha portato a 11 arresti (10 in carcere e uno ai domiciliari) grazie al lavoro dei Carabinieri di Giugliano in Campania e alla collaborazione di Leroy Merlin, American Express, Poste Italiane, PayPal, Intesa Sanpaolo, Unicredit e BNP Paribas.

I soldi rubati usati per acquisti da Leroy Merlin

Con i dati bancari ottenuti, i truffatori effettuavano acquisti immediati sul sito di Leroy Merlin, ordinando materiale edile ed elettrodomestici di valore (caldaie, trapani, condizionatori, cavi). La merce veniva ritirata presso il punto vendita di Giugliano in Campania da corrieri compiacenti e poi rivenduta tramite canali di ricettazione.

In altri casi, le vittime venivano indotte a trasferire il denaro “salvato” su conti indicati dai truffatori, intestati a prestanome. L’intervento dei militari ha permesso di bloccare numerosi tentativi di truffa in corso e di recuperare beni e denaro per oltre 150.000 euro.

Il caso mette in luce la crescente pericolosità delle frodi digitali, rese possibili dall’uso combinato di tecniche di ingegneria sociale, phishing e spoofing.

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ultimo aggiornamento: 8 Ottobre 2025 9:28

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