Dalla sua residenza di Mar-a-Lago, Donald Trump, neoeletto presidente degli Stati Uniti, promette un ribaltamento delle politiche di Biden.
Nel suo primo intervento pubblico dopo l’ufficializzazione della vittoria alle presidenziali, Donald Trump ha parlato dalla residenza di Mar-a-Lago, in Florida. Durante la conferenza stampa, il Tycoon ha tracciato una linea netta rispetto alle politiche del suo predecessore, Joe Biden.
La conferenza stampa di Trump post ufficializzazione della vittoria
La prima promessa di Donald Trump, come riportato da Corriere, è stata quella di abolire immediatamente il divieto di trivellazioni offshore imposto da Biden. “Ereditiamo una situazione difficile, ribalterò le azioni di Biden», ha affermato con fermezza. Ha sottolineato: “Noi trivelleremo e lo faremo in molti posti e i prezzi dell’energia andranno giù fino a un livello molto basso“.
La decisione dell’ex presidente di vietare nuove trivellazioni lungo gran parte delle coste americane era stata giustificata con la necessità di proteggere l’ambiente e ridurre la dipendenza da fonti fossili.
L’economia Usa pronta al decollo
Trump ha poi spostato il focus sul tema economico, evidenziando la necessità di intervenire rapidamente per contrastare l’aumento dell’inflazione. “Dal 20 gennaio cambieremo l’economia molto velocemente“, ha dichiarato, facendo riferimento a un piano di rilancio che prevede forti investimenti e sgravi fiscali.
“Abbiamo un’inflazione a un livello che non abbiamo mai avuto prima. Nei prossimi quattro anni gli Stati Uniti decolleranno come una navicella spaziale“, aggiunge.
Oltre alle questioni energetiche ed economiche, il Tycoon ha annunciato un intervento simbolico: la volontà di cambiare il nome del Golfo del Messico in “Golfo d’America”. “Lo chiameremo Golfo d’America, che bel nome!“, ha detto, suscitando una certa sorpresa tra i giornalisti presenti.
Infine, ha rilanciato un vecchio dibattito sulla gestione del Canale di Panama, criticando la decisione storica di Jimmy Carter di restituirlo al governo panamense. “È stato un grande errore. L’hanno costruito i nostri soldati, abbiamo perso 38 mila persone, ci è costato l’equivalente di mille miliardi di dollari“, conclude.
