Nuova mossa in tema dazi per Donald Trump che ha tagliato i prezzi dei farmaci negli Usa attaccando di nuovo l’Europa.
Nelle scorse ore Donald Trump ha annunciato una tregua di 90 giorni con la Cina in merito ai dazi. Ora, una novità sempre per quanto concerne le tariffe: il tycoon, infatti, ha comunicato un ordine esecutivo per abbassare i prezzi dei farmaci negli Stati Uniti mettendo, però, in evidenza alcuni dettagli in merito al commercio e chiamando in causa l’Ue, definita “più cattiva” della Cina.

Trump: l’accordo sui dazi con la Cina
Ore importantissime per l’economia degli Stati Uniti e anche quella della Cina. Infatti, dopo le tensioni delle ultime settimane, Donald Trump e Pechino, tramite una dichiarazione congiunta che segna una pausa strategica nella guerra commerciale, hanno reso noto come a partire dal 14 maggio, le due nazioni sospenderanno per 90 giorni parte delle rispettive tariffe doganali.
In questa ottica, gli Usa ridurranno l’aliquota aggiuntiva ad valorem su beni cinesi, inclusi quelli di Hong Kong e Macao, sospendendo 24 punti percentuali ma mantenendo una tariffa residua del 10%. Pechino, allo stesso modo, applicherà l’identica riduzione sui beni americani.
La questione farmaci e l’Ue “più cattiva” della Cina
Oltre alla tregua stabilita tra Usa e Cina, il presidente americano ha poi annunciato un ordine esecutivo per abbassare i prezzi dei farmaci negli Stati Uniti equiparandoli a quelli meno costosi degli altri Paesi. “Non tollereremo più le speculazioni di Big Pharma”, ha detto Trump dalla Casa Bianca. E chiamando in causa anche l’Europa: “Sui farmaci l’Europa dovrà pagare un po’ di più, il resto del mondo dovrà pagare un po’ di più e gli Stati Uniti pagheranno un po’ meno”, ha aggiunto evidenziando anche come in questo senso l’Ue sia “più cattiva” della Cina.
Su Truth, poi, il tycoon ha aggiunto: “Per molti anni il mondo si è chiesto perché i farmaci da prescrizione e i prodotti farmaceutici negli Stati Uniti fossero così tanto più costosi rispetto a qualsiasi altra nazione, a volte fino a cinque-dieci volte più costosi degli stessi farmaci prodotti nello stesso laboratorio o dalla stessa azienda”.