Il presidente americano Donald Trump ha firmato l’entrata in vigore dei dazi per “esigenze di sicurezza”. Undici Paesi hanno firmato un’intesa anti-Usa.
STATI UNITI – Nonostante le critiche dei mercati, delle istituzioni finanziarie, del suo stesso partito e di ministri chiave, il capo dell’Amministrazione americana ha deciso di introdurre i dazi. Donald Trump ha infatti varato un provvedimento che prevede un aumento del 25% del prezzo dell’acciaio importato e del 10% sull’alluminio. La Casa Bianca ha spiegato che questo pacchetto di misure è legato a “esigenze di sicurezza”, essendo i due materiali fondamentali nel settore della difesa. Gli Usa sono diventati il maggiore importatore al mondo di acciaio e alluminio: da Washington si punta il dito contro “pratiche commerciali ingiuste” che hanno causato la chiusura di fonderie con gravi perdite occupazionali.
Il contrattacco
Nel frattempo, undici Paesi hanno riesumato il Tpp in funzione anti-Trump. L’accordo di libero scambio era stato stato proposto da Obama per fermare l’ascesa della Cina fino all’insediamento dell’attuale inquilino della Casa Bianca. In Cile, poche ore fa, undici Paesi hanno firmato un accordo di libero scambio che copre 500 milioni di consumatori abbattendo i dazi. Tra i firmatari, che insieme rappresentano il 13,5% dell’economia mondiale, ci sono anche alleati di primo piano degli Stati Uniti, come Canada, Giappone e Australia. E non è escluso che possa entrare a farne parte anche Pechino.
Parole dure anche dall’Ue. “Deploriamo profondamente l’annuncio di Trump sui dazi. L’Ue non vuole una guerra commerciale. Ma non accetteremo questo comportamento aggressivo dagli Usa senza reagire” ha dichiarato il presidente del gruppo Ppe all’Europarlamento Manfred Weber.
“L’Europa deve essere chiara e ferma ma proporzionata nella sua risposta agli Usa“, ha proseguito Weber con un secondo tweet che non nasconde il disappunto per la politica adottata dagli USA.
Di seguito un video di approfondimento sulla politica commerciale adottata da Donald Trump:
