Dodici Stati americani, guidati da New York, fanno causa a Trump per la sua politica dei dazi, accusandolo di agire in modo arbitrario.
Nel clima sempre più teso delle relazioni economiche globali, la politica dei dazi imposti alla Cina dal presidente Donald Trump sta provocando una forte spaccatura all’interno degli Stati Uniti. L’uso esteso dell’International Emergency Economic Powers Act. Che consente al presidente di intervenire senza l’approvazione del Congresso, ha sollevato numerose critiche per una gestione considerata troppo centralizzata e imprevedibile.

Cresce il malcontento interno sulla politica commerciale USA
Le tensioni hanno colpito in particolare i settori della grande distribuzione e delle importazioni. Dove aziende e consumatori denunciano l’aumento dei costi e le difficoltà nella catena di approvvigionamento. Il presidente, però, continua a difendere la propria linea, sostenendo su Truth Social che «i prezzi della benzina e dei prodotti alimentari sono molto scesi, proprio come io avevo detto che sarebbe successo».
Dodici Stati fanno causa, Pechino insiste: “Cancellare tutto”
Il colpo di scena arriva da dodici Stati americani, tra cui New York, Oregon, Arizona e Illinois, che hanno deciso di fare causa al presidente in carica. Nel ricorso ufficiale si legge che la strategia dei dazi dipende «dai suoi capricci piuttosto che da un esercizio legale dell’autorità» e che «invocando l’autorità di imporre immense e sempre mutevoli dazi su qualsiasi prodotto che entra negli Stati Uniti scelto da Trump, il presidente ha sovvertito l’ordine costituzionale e ha portato il caos nell’economia americana».
La mossa legale, senza precedenti nei confronti di un presidente in carica per questioni di politica economica. Mette in discussione il bilanciamento dei poteri tra esecutivo e Congresso.
Nel frattempo, la Cina non resta a guardare. Il portavoce del ministero del Commercio, He Yadong, ha affermato: «L’aumento unilaterale dei dazi è stato iniziato dagli Stati Uniti […] devono cancellare completamente tutte le misure unilaterali contro la Cina». E il ministero degli Esteri ha ribadito: «Se gli Stati Uniti vogliono davvero risolvere le questioni con il dialogo e i negoziati, devono abbandonare l’approccio di pressione massima».
Il nodo centrale è quindi politico e giuridico: dodici Stati stanno sfidando in tribunale l’autorità del presidente in carica. Mentre la Cina rilancia chiedendo la cancellazione totale dei dazi. Una crisi che potrebbe riscrivere le regole del commercio e della governance negli Stati Uniti.