Tra le tipologie di tumore più diffuse e pericolose troviamo senza dubbio il carcinoma al pancreas.
Ebbene, sul territorio italiano attualmente sono oltre 14300 le nuove diagnosi. Una situazione patologica altamente problematica, che comporta anche un’aspettativa di vita decisamente limitata, soprattutto a paragone con tante altre malattie oncologiche. E se continua la ricerca di un farmaco innovativo come la pillola antitumorale, come ben evidenziato sul portale italianinews.com, ecco che si festeggia la Giornata Mondiale della lotta contro il tumore al pancreas.
Questo tipo di carcinoma, infatti, sul territorio italiano fa registrare qualcosa come all’incirca 14300 nuove diagnosi all’anno, mentre l’aspettativa di vita è tra le più basse tra i vari tumori. Proviamo a capire in quale direzione si sta muovendo la ricerca per cercare di individuare soluzioni sempre più efficaci, non solo a livello di cure, ma soprattutto a titolo di prevenzione.
Le sfide maggiori: la diagnosi precoce
È chiaro che una delle sfide più importanti è senz’altro quella legata alla necessità di effettuare una diagnosi il più precoce possibile. Il tumore che colpisce il pancreas, infatti, deriva da delle motivazioni di natura multifattoriale. In primo luogo, uno stile di vita errato, una mancanza di attenzione nei confronti dell’alimentazione quotidiana, ma anche l’inquinamento e il fumo. Una ridotta componente è legata anche all’ambito genetico.
Non solo, dal momento che nonostante la presenza di una serie di predisposizioni dal punto di vista genetico, la mancanza di marcatori predittivi oppure specifici, ma anche di sintomi che si possano riconoscere con facilità, sono tra le cause principali di ritardo della diagnosi. Al momento, la sopravvivenza a 5 anni è pari solamente all’8%, mentre scende addirittura al 3% per una sopravvivenza pari a 10 anni. Il problema principale è connesso al fatto che, nell’80% dei casi circa, la scoperta del tumore avviene già quando si trova in una fase avanzata, purtroppo.
Le cure per questa patologia sono decisamente complesse
Gestire una patologia oncologica del genere non è affatto semplice, per un gran numero di motivazioni. Prima di tutto perché il pancreas si trova in una zona piuttosto nascosta in confronto ad altri organi. Poi per via della collocazione di questo stesso organo in un’area del corpo nei pressi di vene e arterie, ma anche perché la prima diagnosi viene effettuata solo quando la malattia ha già raggiunto uno stadio avanzato. E le cure non sono particolarmente efficaci purtroppo.
Di conseguenza, è chiaro che la ricerca deve inevitabilmente compiere dei significativi passi in avanti nel corso dei prossimi anni. Uno degli aspetti più conosciuti in riferimento ai tumori che vanno a colpire il pancreas è legato indubbiamente al fatto che determinate categorie di persone risultano essere soggetti molto più a rischio perché le loro famiglie presentano dei casi dove si è già verificato questo tipo di tumore o per via del fatto che sono portatori di mutazioni specifiche.
Quali sono i principali sintomi
Come si può facilmente intuire, di tale neoplasia esistono davvero varie forme. Quella maggiormente diffusa si chiama adenocarcinoma, ma purtroppo nella maggior parte dei casi è una patologia che si sviluppa in maniera estremamente silenziosa. Spesso e volentieri, infatti, non comporta sintomi evidenti nella sua fase di partenza. Il problema è che la sintomatologia comincia ad emergere in maniera riconoscibile solo quando il tumore è già arrivato ormai a una fase avanzata, ovvero quando il tumore ha invaso gli organi circostanti oppure ha già provocato il blocco dei dotti biliari. Attenzione, scendendo un po’ più nello specifico, a sintomi come dolore persistente nella parte alta della schiena piuttosto che dell’addome, ma anche ittero, perdita di peso, ma anche di appetito e problemi alle feci, che diventano piuttosto untuose e molli.