Tumore al pancreas, scoperte nuove “molecole”: di cosa si tratta

Tumore al pancreas, scoperte nuove “molecole”: di cosa si tratta

Una straordinaria scoperta italiana: quattro molecole promettono di contrastare il tumore al pancreas bloccando la macropinocitosi.

Il tumore al pancreas è noto per essere una delle forme più aggressive e difficili da trattare. Tuttavia, un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori in Italia ha identificato quattro molecole.

Queste, come riportato da Fanpage.it, sono in grado di bloccare un meccanismo cruciale nello sviluppo dell’adenocarcinoma duttale pancreatico, la forma più aggressiva di tumore al pancreas.

Tumore al pancreas: il meccanismo della macropinocitosi

Il team di ricerca ha concentrato i propri sforzi sullo studio della macropinocitosi, un meccanismo che permette alle cellule tumorali di sopravvivere anche in condizioni di carenza di nutrienti.

La macropinocitosi – spiega Giorgio Scita, professore di Patologia Generale presso la Statale di Milano – è uno dei principali meccanismi adattivi utilizzati dal tumore. Grazie a esso, le cellule tumorali riescono ad assorbire, o più letteralmente ‘ingoiare’, nutrienti dall’ambiente circostante, garantendo loro un vantaggio in condizioni di carenza di risorse“.

Questo meccanismo, purtroppo, è anche ciò che rende le cellule tumorali resistenti ai principali trattamenti antitumorali oggi disponibili, come la chemioterapia e la radioterapia.

Di conseguenza, i ricercatori si sono concentrati sulla ricerca di sostanze in grado di bloccare questo processo.

La scoperta di nuove quattro molecole

A partire da campioni di cellule tumorali in coltura, i ricercatori hanno testato 3.600 molecole, tra cui farmaci già approvati per altre patologie e composti ancora in fase di studio.

Questo screening ha permesso di identificare 28 potenziali inibitori della macropinocitosi, restringendo ulteriormente il campo a quattro molecole attive.

Tra queste, due sono particolarmente interessanti perché già note in ambito medico per il trattamento delle infezioni parassitarie: l’ivermectina e il privinio pamaoato.

Come sottolinea Ciro Mercurio, a capo del gruppo di ricerca Ifom: “Questo approccio, noto come ‘riposizionamento dei farmaci’ o ‘drug repositioning’, potrebbe ridurre significativamente i tempi e i costi necessari per l’approvazione di nuovi farmaci“.