Tumori pediatrici in Italia, oltre 2.500 casi all’anno: scatta l’allarme

Tumori pediatrici in Italia, oltre 2.500 casi all’anno: scatta l’allarme

In Italia si registrano 2.500 nuovi casi di tumori pediatrici ogni anno, con un tasso di guarigione dell’80 percento: ecco come.

I tumori pediatrici rappresentano una preoccupazione crescente in Italia, con circa 2.500 nuovi casi diagnosticati ogni anno.

La distribuzione dei casi varia tra bambini e adolescenti: nella fascia d’età 0-14 anni si registrano circa 1.500 nuovi casi all’anno, mentre tra gli adolescenti dai 14 ai 18 anni si contano tra 800 e 900 nuovi casi annuali.

Come riportato da Leggo.it, la diagnosi tempestive e trattamenti specifici sono fondamentali per la guarigione dei piccoli pazienti.

Tumori pediatrici, il peso della diagnosi tempestiva

I tumori pediatrici richiedono un approccio diagnostico e terapeutico diverso rispetto a quelli degli adulti. Come sottolinea Leggo.it, la tempestività della diagnosi è cruciale.

Nella fascia 0-14 anni il tempo medio che intercorre tra la comparsa dei sintomi e la diagnosi è di circa quaranta giorni,” spiega la professoressa Fagioli.

Aggiunge, inoltre che: “La situazione è più critica per gli adolescenti per i quali si registrano spesso ritardi diagnostici superiori ai cento giorni“.

Questo perché spesso non hanno un medico o sottovalutano i sintomi. Addirittura, si è osservato che hanno vergogna nel cercare aiuto.

Questo ritardo può influire negativamente sulla prognosi, rendendo essenziali le campagne di sensibilizzazione rivolte specificamente agli adolescenti.

I progressi della ricerca

Negli ultimi decenni, la medicina ha compiuto enormi progressi nella cura dei tumori pediatrici. “Oggi guarisce oltre l’80% dei piccoli pazienti, con punte del 90% per alcune forme come leucemie linfoblastiche acute, linfomi e tumori di Wilms,” afferma la professoressa Fagioli.

Anche per i tumori ossei sono stati ottenuti risultati straordinari grazie all’introduzione della chemioterapia pre e post-operatoria.

Tuttavia, permangono “forme molto aggressive e resistenti” alle cure convenzionali, tra cui dei sottotipi di neuroblastoma, per i quali la ricerca è attivamente alla ricerca di nuove opzioni terapeutiche.