“Non l’ho ucciso”: tutte le bugie e le contraddizioni shock di Chiara Petrolini

“Non l’ho ucciso”: tutte le bugie e le contraddizioni shock di Chiara Petrolini

Tra ricerche su ninne nanne e come nascondere un cadavere, ecco il mosaico di bugie e contraddizioni sul caso di Chiara Petrolini.

Il caso di Chiara Petrolini, la giovane che ha nascosto e sepolto i corpi dei neonati nel giardino della sua casa a Vignale di Traversetolo, ha costruito attorno alla vicenda una rete intricata di bugie e mezze verità.

Un’astuzia e un’abilità manipolatrice fuori dal comune“, è questo il profilo della giovane, secondo il Pm incaricato del caso.

La doppia faccia di Chiara Petrolini: le ricerche online

Uno degli aspetti più inquietanti dell’indagine, come riportato da Today.it, riguarda le ricerche online effettuate dalla giovane. Da un lato, Chiara Petrolini consultava pagine su come “stimolare le contrazioni” e su metodi per partorire senza dolore.

La ricerca “dormi dormi ninna nanna“, fatta il giorno prima del parto, lascia intravedere un desiderio di maternità o forse solo un tentativo di normalità. Dall’altro lato, le frasi “dopo quanto tempo puzza un cadavere” tracciano un quadro ben diverso.

Questo altalenare tra propositi apparentemente normali e pensieri decisamente oscuri ha contribuito a delineare un profilo complesso e contraddittorio.

Le bugie e il mosaico delle contraddizioni

Le menzogne di Chiara Petrolini iniziano fin dal primo interrogatorio. “Non l’ho ucciso“, afferma tra le lacrime ai carabinieri, una versione che ha ripetuto più volte, alternandola però con ammissioni parziali.

Quando i genitori, appena tornati da New York, scoprono del neonato trovato sepolto, la madre le chiede furiosa: “Qua andiamo in prigione tutti“. Lei risponde con calma glaciale: “No, io ci vado. Voi no. Ho fatto tutto da sola“.

Anche con la madre, la giovane ha negato a lungo l’esistenza del primo figlio, partorito a maggio. “Non ho mai partorito un altro bambino“, ha mentito inizialmente. Salvo poi aggiungere una confessione velata: “Speravo che la pancia crescesse così qualcuno se ne sarebbe accorto“.

Le bugie non si limitano ai familiari. Subito dopo il secondo parto, manda messaggi agli amici lamentando febbre e dolori addominali, parlando di un presunto virus al datore di lavoro.

Eppure, poche ore dopo, si presenta a ballare in un locale notturno: “Stavo bene fisicamente e facevo finta di niente“, ha ammesso. Dietro ogni bugia si nasconde una paura profonda e una strategia improvvisata per evitare di affrontare la realtà.

Non sapevo come dirlo, avevo paura“, ha detto, spiegando il motivo delle sue azioni. Ma questa paura si è trasformata in gesti estremi che lei stessa definisce come “la prima cosa che mi è venuta in mente“.

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