Gli attacchi russi hanno colpito civili e infrastrutture lasciando circa 10 milioni di persone senza energia elettrica.
Ad affermarlo è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale. Dopo i feroci attacchi missilistici dalla Russia 10 milioni di ucraini sono rimasti senza luce a causa dei danni creati alle infrastrutture energetiche. Da settimane ormai la strategia di Mosca è quella di colpire e danneggiare le infrastrutture per mettere in difficoltà il paese e non centri militari strategici. Gli ultimi attacchi missilistici hanno causato anche la morte di sette persone.
“Stiamo facendo di tutto per normalizzare la fornitura elettrica”, ha detto Zelensky. “La difesa aerea ucraina è riuscita ad abbattere sei missili da crociera e cinque droni”, ha aggiunto. La Russia colpisce condomini e centri residenziali e le infrastrutture civili. Ieri la Russia ha colpito un condominio a Vilnyansk, vicino alla città meridionale di Zaporizhzhia e un impianto di produzione di gas e una fabbrica di missili a Dnipro. I blackout maggiori sono principalmente nella capitale, Kiev, nella città occidentale di Vinnytsia, nella città portuale di Odessa, nel sud-ovest, e Sumy, nel nord-est.
Con il freddo dell’inverno e senza energia la situazione si complica per l’Ucraina
Secondo gli operatori dell’energia, il numero di ore durante le quali possono avvenire le accensioni programmate è ancora molto breve, due o tre al massimo. Per questo le città ucraine potrebbero restare per giorni senza luce. Al momento il 40% degli ucraini è senza elettricità. Nella regione di Kharkiv sono senza luce e senza acqua corrente e l’inverno si avvicina. La situazione diventa sempre più complessa per l’Ucraina. Nei prossimi giorni, le temperature previste arrivano a -10 gradi.
«I siti civili sono l’obiettivo principale, la Russia sta dichiarando guerra all’elettricità e al riscaldamento per le persone facendo saltare in aria centrali elettriche e altri impianti energetici», ha detto Zelensky. Kiev però vuole riprendere tutti i territori occupati dai russi e ripristinare i confini al 23 febbraio. Mentre Mosca non molla e come ha sottolineato il vice ministro degli esteri: «Siamo incrollabili nella nostra posizione che prevede certamente la nostra integrità territoriale con tutti i territori recentemente annessi».