L’ultimo reportage mostra Dnipro, la città ucraina dove le donne coordinano l’accoglienza dei profughi e armano la resistenza.
L’offensiva russa prosegue senza sosta e ovunque si contano vittime civile, soldati caduti, gente in fuga e macerie. L’ultimo reportage realizzato dall’Ansa mostra Dnipro, la città ucraina dove le donne hanno un ruolo chiave. Il racconto parte da un vecchio palazzo dell’Unione Sovietica, dove le donne ogni giorno corrono avanti e indietro tra approvvigionamenti, contatti e arrivi umanitari da ogni parte del mondo.
In questi vecchi uffici si trova di tutto: dai barattoli di cibo, ai pannolini per bambini, fino ai giubbotti antiproiettili e agli elmetti da guerra. Questa è la città della resistenza, che dà sostegno e approvvigionamento alla zona Est. Dnipro svolge un doppio ruolo: aiutare i profughi e armare la resistenza.
Tantissimi sono i civili che fin dal primo momento si sono presentati per arruolarsi, pronti a difendere con la propria vita l’Ucraina. Anche se, però, qui si occupano solo di coordinare ma l’arruolamento vero e proprio si svolge nel commissariato militare.
Una delle responsabili, Katerina Leonova, racconta come si svolge il loro lavoro volontario a Dnipro. Inizialmente caricavano nei furgoni tutto il necessario da portare al fronte. Poi, però, quei camion cominciavano a tornare indietro carichi di gente in fuga. Dnipro è una città tagliata in due dal fiume e questo è ciò che preoccupa di più i volontari. “L’unica cosa a cui dobbiamo stare attenti è il bombardamento del ponte affinché non si resti isolati a Sud o a Nord. Perché possiamo essere ancora decisivi” spiega Katerina.
Il ruolo delle donne
A Dnipro le donne si stanno rivelando fondamentali nel sostegno degli uomini al fronte. Katerina spiega che non è una novità e che già dal 2014 le donne hanno iniziato ad arruolarsi e “rappresentano il 10% della difesa territoriale”. Altre, invece, vanno al fronte in qualità di infermiere o medici. C’è poi chi va per cucinare grosse quantità di cibo o occuparsi della gestione dei registri.
“C’è una differenza con le soldatesse dell’esercito” spiega Katerina Leonova “loro hanno gli stessi ruoli degli uomini. Sono cecchini, combattono dietro ai mortai o in fanteria”.