Il premier italiano Draghi chiamerà nel pomeriggio il presidente russo Putin, nel tentativo di risolvere la situazione ucraina.
La guerra in Ucraina continua a mietere vittime, portando molti ucraini ad emigrare dalla loro terra in cerca di un futuro più tranquillo, lontano dalle bombe di Putin. La situazione geopolitica attuale, causata dal terribile attacco di Putin all’Ucraina, è grave. Lo stato di pace nel quale versava l’Unione europea con il resto del mondo non è più tale: la Russia ha gravemente incrinato i rapporti politici con l’Unione e la Nato. Molti leader europei hanno provato a risolvere la situazione, fallendo miseramente. Mario Draghi, premier italiano, proverà a fare lo stesso, telefonando al presidente russo Vladimir Putin nel pomeriggio.
Stando a fonti di Palazzo Chigi, il premier Draghi dovrebbe dunque chiamare il presidente Putin nel pomeriggio della giornata odierna. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, aveva parlato di un confronto tra i due nella giornata di oggi, e le sue parole sono state confermate. Tutta Europa spera che la telefonata tra i due leader possa risultare decisiva per una risoluzione del conflitto, eppure, considerato i precedenti, è difficile che tale soluzione diplomatica possa avvenire improvvisamente.
Le parole di Draghi
“La pace la stiamo cercando, io la sto cercando veramente. Gli altri leader europei, come francesi e tedeschi, hanno avuto colloqui con Putin e li avrò anch’io”, aveva dichiarato Mario Draghi all’interno della conferenza stampa a chiusura della ‘due giorni’ di Bruxelles. Draghi ha sottolineato l’importanza di tenere viva la fiamma di una soluzione diplomatica, la quale purtroppo stenta ad arrivare. “Il modo migliore per dimostrare di volere la pace è cessare le ostilità e sedersi al tavolo – rimarcava il premier Draghi – altrimenti vuol dire che si spera di guadagnare terreno. A un certo punto sicuramente verrà un tavolo di pace. Ma speriamo che arrivi prima della distruzione totale dell’Ucraina. Prima che avvenga quello che purtroppo è avvenuto con l’Unione Sovietica quando invase Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia”.