Un dipendente del centro commerciale di Kremenchuk, bombardato dai russi qualche giorno fa, ha parlato dell’accaduto.
Un dipendente del centro commerciale ‘Amstor’ di Kremenchuk ha parlato dell’attacco al centro commerciale dove lavorava fino a qualche giorno fa. Il suo racconto è veramente da brividi, e fa capire il terribile clima di terrore vissuto dagli ucraini a causa della guerra mossa 4 mesi fa da Vladimir Putin. Queste le sue parole.
La testimonianza
“Ero appena uscito fuori dal negozio, mi trovavo sulla rampa di scale. A venti metri da me, all’improvviso è atterrato un razzo. Pochi secondi, non ricordo quasi nulla, solo che mi sono ritrovato sotto una macchina. Intorno a me era tutto nero, pieno di fumo denso e non vedevo nulla”. Questa è la scioccante testimonianza all’AdnKronos di Oleksandr, dipendente del centro commerciale ‘Amstor’ di Kremenchuk, sopravvissuto all’attacco del 27 giugno.
“Quando mi sono risvegliato ho capito che dovevo salvarmi – afferma – e ho cominciato a strisciare via dalla macchina. Dal centro commerciale ho visto uscire delle ragazze, una di loro ha utilizzato la sua cintura per fasciarmi la gamba. Da lì è arrivata un’ambulanza e mi hanno ricoverato”.
“Ero sotto choc, non ricordo molto ma ho nella mente le immagini di macchine che bruciavano, tante persone ferite dalle schegge delle vetrine esplose – dichiara Oleksandr, che lavora come dipendente in un negozio che vende elettrodomestici – È stata un’esplosione molto forte, ci sono stati molti morti. Molti miei colleghi sono morti, purtroppo…“, si interrompe con la voce rotta dal pianto.
L’uomo è attualmente ricoverato nell’ospedale della città, ma non è in pericolo di vita. “Mi fa male tutto il corpo – si lamenta Oleksandr – Sono pieno ovunque di ferite da schegge, una contusione alla gamba, tendini strappati e orecchie otturate per il fortissimo rimbombo dell’esplosione”. Accanto a lui, nella stanza d’ospedale, si trova un amico “che è rimasto ferito anche lui”.