Ue verso stop auto a carburanti fossili: dall’Italia arriva il ‘no’

Ue verso stop auto a carburanti fossili: dall’Italia arriva il ‘no’

L’Italia voterà ‘no’ alla proposta dell’Ue di abbandonare le auto alimentate a carburanti fossili: ecco il motivo del voto.

È ufficiale: dall’Italia il voto sfavorevole contro lo stop ad auto alimentate a benzina e diesel. Il governo italiano ha deciso ufficialmente di opporsi alla proposta di regolamento Ue. Si tratta, nello specifico, del programma Fit for 55

Nella giornata di oggi, 1 marzo, a Bruxelles si terrà, nel corso del Coreper, la riunione preparatoria del Consiglio europeo degli ambasciatori dei Paesi Ue. Durante l’incontro, a cui parteciperà anche l’Italia, il Paese ha intenzione di esprimere il suo voto sfavorevole all’iniziativa. L’annuncio è arrivato direttamente dal ministero dell’Ambiente italiano.  

Lo avrebbe deciso l’esecutivo, a prescindere dalla posizione della Germania che ha, da parte sua, intenzione di opporre un veto nel caso in cui la questione dei biocarburanti non rientrerà nell’ambito degli interventi per favorire la transizione energetica. 

L’intervento di Pichetto

Il ministero guidato da Gilberto Pichetto, ha riferito che nonostante l’Italia sostenga gli obbiettivi di decarbonizzazione, «sostiene che i target ambientali vadano perseguiti attraverso una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa». Picchetto continua affermando: «L’utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici» – spiega – «contribuirà ad una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini». 

Secondo il ministero centinaia di posti di lavoro ed anche la filiera automotive sarebbero a rischio con la proposta dell’Unione europea in quanto propone di stabilire per legge un tipo di propulsione a scapito dei sistemi esistenti. In questo senso l’Italia intende tutelare gli aspetti occupazionali e produttivi per il Paese, che risultano fondamentali. Proprio per questo motivo, i partiti di maggioranza facenti parte dell’Europarlamento hanno espresso il loro voto sfavorevole. Si tratterebbe quindi di una questione legata all’economia del settore automobilistico e dei carburanti a spingere l’Italia a votare ‘no’.