Un calo della domanda sul mercato degli smartphone

Un calo della domanda sul mercato degli smartphone

In questo periodo, secondo Piazzolla, la gente preferisce spendere più sulla formazione personale che sugli smartphone.

L’intelligenza artificiale sta prendendo il posti di molte “vecchie tecnologie”, anche degli stessi esseri umani se si parla della realtà professionale. L’esperienza del metaverso potrebbe prendere il sopravvento anche sugli smartphone nella seconda metà del decennio, come sostiene Nishant Batr, direttore della strategia e della tecnologia di Nokia.

App smartphone

Negli ultimi 10 anni le vendite di cellulari hanno raggiunto livelli molto bassi, un dato che fa ipotizzare che nei prossimi anni potremmo non aver più bisogno dei nostri dispositivi. Fu proprio Kang Yun-Je, responsabile del team di progettazione di Samsung Electronic, che nel 2019 dichiarò: “Tra circa cinque anni le persone non si accorgeranno nemmeno di indossare degli schermi”. Ma secondo Andrea Pizzola, Chief Marketing Officer della 24Ore Business School, nonostante tutto “tra 40 anni avremo ancora bisogno di un dispositivo con uno schermo da guardare e da toccare”.

I dati sulle vendite

Nel 2022 le spedizioni mondiali nel settore della telefonia sono diminuite dell’11%, portandosi sotto la soglia degli 1,2 miliardi di pezzi. Nel quarto trimestre poi sono diminuite persino del 17%, proprio nel periodo di Natale, del Black Friday e del Cyber Monday. E non è tutto: secondo gli esperti la domanda potrebbe peggiorare entro la fine dell’anno.

Tra i motivi di questo calo della domanda, c’è senza dubbio la preferenza degli attuali consumatori di acquistare uno smartphone più performante che duri per un tempo più prolungato. Con l’evoluzione della tecnologia, in grande linee i telefonini sono diventati quasi tutti uguali, riducendo la necessità di retare al passo con i tempi.

Da sottolineare soprattutto, per ultimo ma non per importanza, le conseguenze dell’inflazione che ha portato a ridurre il potere d’acquisto dei consumatori. Così, l’instabilità geopolitica “ha portato i consumatori a evitare spese non strettamente necessarie o a posticiparle”, dichiara Piazzolla, secondo cui ad oggi le persone preferiscono spendere più sulla formazione personale che sulla telefonia mobile.