Unabomber, si allarga l’indagine shock: richiesti test del DNA

Unabomber, si allarga l’indagine shock: richiesti test del DNA

L’indagine sull’Unabomber si allarga con nuove richieste di test del DNA. I dettagli su questa decisiva svolta.

L’indagine Unabomber, un caso che ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso per anni, si trova ora davanti a una svolta significativa. Oltre agli undici indagati in precedenza, si aggiungono ora quindici nuove persone sotto la lente d’ingrandimento della giustizia. Questa nuova fase vede al centro l’acquisizione del DNA, un passo ritenuto cruciale per fare luce su una serie di attentati che hanno insanguinato il Nord Est dell’Italia tra il 1994 e il 2006.

L’importanza del test del DNA

Il Procuratore di Trieste ha deciso di estendere le indagini, includendo un gruppo di persone residenti nelle province di Pordenone e Udine, già sospettate all’epoca degli attentati ma successivamente escluse. Il colonnello Giampietro Lago e l’antropologa molecolare forense Elena Pilli, entrambi consulenti della Procura e legati all’Università di Firenze, hanno espresso la necessità di analizzare il loro DNA. Come riferito da affaritaliani.it

Lunedì 18 marzo si terrà un’udienza chiave, durante la quale si deciderà se questi individui dovranno sottoporsi volontariamente al prelievo del DNA. In caso di rifiuto, il giudice Luigi Dainotti potrebbe imporre il prelievo coatto, una misura estrema che sottolinea la determinazione nel portare avanti l’inchiesta. Come fonte da affaritaliani.it

La complessità dell’inchiesta

La riapertura del fascicolo segue la richiesta di Marco Maisano, giornalista, e di due vittime degli attentati, Francesca Girardi e Greta Momesso, che sollevano dubbi sulla gestione di alcuni reperti, ipotizzando possibili contaminazioni. Negli anni, centinaia di investigatori si sono avvicendati, coordinati da diverse procure, da Pordenone a Venezia, fino all’attuale competenza di Trieste. Questo complesso scenario giudiziario vede oggi al comando il Procuratore capo Antonio De Nicolo e il suo collega Federico Frezza. Come scritto da affaritaliani.it

L’esito di questa nuova fase è atteso con trepidazione. La speranza è che il test del DNA possa fornire risposte conclusive, chiudendo un capitolo doloroso della storia italiana. Questa mossa dimostra l’impegno costante nella ricerca della verità e nella giustizia per le vittime degli attentati, in una saga che si è trascinata per troppo tempo.