L’Ungheria non è più una democrazia, lo dichiara il Parlamento

L’Ungheria non è più una democrazia, lo dichiara il Parlamento

L’Ungheria non viene più considerata democrazia per gli “sforzi deliberati e sistematici”contro i valori dell’Ue.

Il Parlamento europeo non considera più il paese dell’Ungheria come una democrazia, bensì come una “autocrazia elettorale”. Con l’approvazione della maggioranza, l’Aula dichiara attraverso una relazione “l’inazione” dell’Ue che ha “peggiorato le cose”. Si raccomanda anche la sospensione dell’erogazione dei fondi per la ripresa a Budapest in attesa che il Paese non si allinei alle raccomandazioni dell’Ue.

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Violazioni del paese danubiano

L’Ue condanna l’Ungheria, guidata dallo xenofobo Orban, per gli “sforzi deliberati e sistematici” che vanno contro i suoi valori. Per l’Aula del Parlamento “ogni ritardo nella procedura legata all’articolo 7 equivarrebbe ad una violazione dello Stato di diritto da parte del Consiglio”. Alla Commissione viene lasciata la responsabilità di utilizzare meccanismo di condizionalità a tutela del bilancio Ue, per proteggere i fondi comunitari dalle violazioni dello Stato di diritto.

Cosa preoccupa i deputati in particolar modo? L’indipendenza della magistratura, la corruzione, i conflitti di interesse, la libertà di espressione e il pluralismo dei media. Ma anche la libertà accademica, quella religiosa, la libertà di associazione, l’uguaglianza di trattamento e del funzionamento del sistema elettorale e costituzionale.

Secondo la relatice francese Gwendoline Delbos-Corfield, non c’è più nessun dubbio sulle conclusione del paese ungherese. Scontrandosi con i principi dell’Unione Europea, palesemente non può essere più dichiarata una democrazia, ma una “autocrazia elettorale”. Il Parlamento davanti a ciò non poteva restare fermo, tenendo conto “dell’urgenza e della gravità degli attacchi contro lo Stato di diritto in Ungheria”.

Con 433 voti favorevoli, 123 contro e 28 astensioni, è evidente che “la maggioranza dei deputati sostiene questa posizione, che è una prima assoluta per il Parlamento. Dovrebbe essere un campanello d’allarme per Commissione e Consiglio”, afferma la relatrice Delbos-Corfield. L’Aula dichiara che l’inazione dell’Ue ha peggiorato la situazione e oa è il momento di lottare.