Lecce, uomo di 50 anni indagato per adescamento e tentata violenza: tre bambini coinvolti. A far scattare le indagini è una madre.
Un uomo di 50 anni, già sottoposto ad amministrazione di sostegno dal 2015 a causa di problemi psichiatrici, è finito al centro di una delicata inchiesta della Procura di Lecce. Le accuse sono gravissime: tentata violenza sessuale, corruzione e adescamento di minorenni.
Secondo quanto ricostruito da Corriere.it, avrebbe adescato almeno tre bambini – di 8, 10 e 11 anni – residenti in un paese del circondario di Maglie, utilizzando sia chat online che contatti diretti per strada. Intanto, è “giallo” sul cellulare sparito di Emanuela Ruggeri.

Uomo di 50 anni adescava bambini: la denuncia di una madre
Le indagini sono partite grazie alla prontezza di spirito della madre del più grande dei minori coinvolti. Insospettita da alcuni messaggi trovati sul telefono del figlio undicenne, la donna ha deciso di tendere una trappola all’uomo.
Ha scritto un messaggio da un nuovo numero, fingendosi il ragazzo, e ha chiesto una foto intima. L’uomo ha risposto inviando un’immagine inequivocabile, che ha spinto la madre a rivolgersi subito ai carabinieri.
Dopo la sua denuncia, anche le madri di altri due bambini – di 8 e 10 anni – hanno segnalato episodi simili. Secondo quanto emerso e riportato da Corriere.it, l’uomo avrebbe contattato i bambini online e in strada, offrendo piccole somme di denaro o merendine in cambio del silenzio.
Alcuni messaggi rinvenuti contengono richieste esplicite di incontri per “trascorrere qualche momento di intimità“, che, secondo le prime verifiche, sarebbero anche avvenuti.
I dispositivi sotto esame e l’ascolto protetto dei minori
I carabinieri, su disposizione della Procura, hanno sequestrato il cellulare e il computer dell’indagato, oltre ai dispositivi dei tre bambini. È in corso una consulenza tecnica per analizzare contenuti e chat, al fine di ricostruire l’intera dinamica dei fatti.
Sarà fissata a breve la data dell’incidente probatorio, durante il quale i minori verranno ascoltati in un ambiente protetto. Una misura ritenuta necessaria per “assicurare al più presto una fonte di prova condizionabile e non rinviabile al dibattimento“, vista la loro giovanissima età.
L’avvocato dell’uomo ha già annunciato l’intenzione di “dimostrare in giudizio l’incapacità di intendere e di stare in giudizio del proprio assistito“. Al momento, l’indagato è a piede libero.