Il prezzo di una confezione da 12 uova in USA, all’ingrosso, ha raggiunto i 4,95 dollari a gennaio: le soluzioni per contrastare i rincari.
Gli americani dovranno rinunciare alla classica colazione, composta da uova al tegamino e pancetta fritta? La domanda non è, certamente, retorica, considerando la situazione che si è profilata negli Stati Uniti, dove una confezione da 12 uova – a gennaio – ha raggiunto la cifra di 4,95 dollari, più cara del 50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le uova diventeranno un cibo per ricchi? Previsto un piano per contrastare i rincari.
Prezzi folli delle uova negli USA, la classica colazione americana a rischio
Le uova, negli Stati Uniti, sono considerate un bene di prima necessità: d’altronde, fanno parte della colazione a stelle e strisce da sempre. Negli ultimi tempi, però, tale alimento ha raggiunto prezzi da capogiro, fino a raggiungere quasi cinque dollari per una confezione da dodici pezzi nel corso del mese di gennaio.
Pertanto, le famiglie iniziano a subire il peso del rincaro che, inevitabilmente, ricade sul bilancio familiare: d’altronde, anche lo stessi dipartimento dell’Agricoltura statunitense prevede che le uova subiranno un rincaro del 41% nel corso del 2025.
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Un rialzo che, nei fatti, sarebbe iniziato a partire dagli inizi della pandemia di Coronavirus, secondo gli economisti agricoli dell’Università dell’Arkansas. Un cambiamento, dal punto di vista economico, percepito anche al ristorante, visto che alcuni di essi hanno iniziato ad aggiungere supplementi sulle pietanze a base di uova.-
Il piano per contrastare i rialzi
Gli aumenti sono stati, principalmente, provocati principalmente dall’influenza aviaria che ha portato alla morte di più di 166 milioni di polli in territorio statunitense, a partire dal 2022, con conseguente diminuzione della produzione di uova.
Il presidente Trump, dopo aver annunciato nuovi dazi, crede che bisogna focalizzarsi sul tempa della biosicurezza, in modo da contrastare la malattia dei polli e calmierare il costo delle uova, anche attraverso specifici finanziamenti.
C’è, però, da considerare, al di là delle misure preventive adottate dagli allevatori, gli uccelli selvatici che diffondono il virus.