Non sono chiari i numeri riportati dalle autorità sulle vite spezzate dall’alluvione: i dispersi, però, sono già tantissimi.
Della situazione catastrofica che si è abbattuta sulla Libia si era già parlato ieri: la forza dell’uragano Daniel ha causato morti e dispersi ma oggi tutto sembra essere peggiorato oltre il punto di non ritorno. L’acqua, schiacciata contro le dighe, è riuscita a sfondarle portando un livello di distruzione a cui le autorità nordafricane non erano preparate.
La città di Derna è diventato un cimitero sommerso: i dispersi sono 10 mila e la conta dei morti, ascoltando diverse fonti, si aggira fra i 2300 ed i 5200. In realtà, però, le persone del posto sottolineano come le vite perse siano molte, molte di più. Chi è sopravvissuto, invece, lotta per non affogare.
I soccorsi, in ritardo
Le operazioni di soccorso, obbiettivamente, stanno tardando ad iniziare. I due governi libici hanno chiesto aiuto alle Nazioni Unite che stanno preparando i beni di prima necessità da inviare nelle zone colpite dall’inondazione. Sul posto, peraltro, è arrivato anche il team italiano di valutazione emergenze composto da Protezione Civile, Vigili del fuoco e Comando interforze e Farnesina.
“La situazione a Derna è catastrofica… I corpi giacciono ancora in molti luoghi“, questo il commento di Othman Abdel Jalil, il ministro della Sanità che è riuscito a visitare la città e a vedere l’orrore con i suoi occhi. “Ci sono famiglie ancora bloccate nelle loro case e vittime sotto le macerie“, ha aggiunto prima di aggiornare sui numeri della casualità: “Le persone scomparse sono migliaia e si prevede che il numero dei morti raggiungerà i 10.000“.