Urbano Cairo frecciata al governo Meloni: “Il calcio italiano ha bisogno di maggiore supporto”

Urbano Cairo frecciata al governo Meloni: “Il calcio italiano ha bisogno di maggiore supporto”

Urbano Cairo, presidente del Torino, interviene ad Atreju chiedendo più risorse per il calcio e la revisione del divieto di sponsorizzazioni.

Durante l’evento Atreju del 14 dicembre, il presidente del Torino Urbano Cairo ha espresso preoccupazione per la situazione economica del calcio italiano, puntando il dito contro l’esclusione del settore dai benefici del decreto Crescita. «Perché in Italia non è consentito ai calciatori e agli allenatori che vengono dall’estero di ottenere i vantaggi fiscali, come accade per tutti gli altri lavoratori in virtù del decreto Crescita? Mi sembra che ci sia un problema costituzionale», ha affermato Cairo.

Urbano Cairo

Cairo chiede più fondi e agevolazioni per il calcio

Questa disparità, secondo il presidente del Torino, limita la competitività del calcio italiano rispetto ai campionati stranieri, dove le agevolazioni fiscali sono già in vigore. Inoltre, Cairo ha richiamato l’attenzione sullo sbilancio tra costi e ricavi del settore calcistico, una problematica diffusa in Europa ma particolarmente critica in Italia, anche a causa dell’impatto della pandemia. «Il mondo del calcio presenta uno sbilancio tra costi e ricavi molto importante e non solo nel nostro Paese. Basti guardare alla Gran Bretagna. Il Covid ha assestato un colpo importante al settore. Servono risorse», ha ribadito.

Sponsorizzazioni legate alle scommesse: Cairo chiede la rimozione del divieto

Tra i temi più discussi sul palco c’è stata la questione delle sponsorizzazioni delle società di scommesse, vietate in Italia, ma ampiamente accettate in altri Paesi europei. Cairo ha sottolineato come questo divieto privi i club italiani di un’importante fonte di entrate. «In Italia, si dovrebbe rimuovere il divieto di sponsorizzazione imposto alle società di scommesse, che nel resto dell’Europa non esiste», ha dichiarato.

L’abolizione del divieto rappresenterebbe, secondo Cairo, un’opportunità per attrarre nuove risorse economiche necessarie alla sostenibilità del sistema calcistico italiano. Sul palco era presente anche il ministro dello Sport Andrea Abodi, che ha mostrato apertura al confronto su questi temi, dichiarando la disponibilità del governo a valutare interventi mirati.

L’appello di Cairo è stato chiaro: «Il calcio italiano ha bisogno di maggiore supporto per essere competitivo e crescere». La discussione su una riforma del calcio italiano sembra destinata a proseguire, con il governo chiamato a bilanciare le esigenze di sviluppo economico con la regolamentazione del settore.

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