L’onda rossa ha fallito. I repubblicani non hanno schiacciato i democratici ma i trumpiani hanno subito una grande sconfitta.
I democratici, come si prospettava, hanno perso queste elezioni di midterm ma non sono stati travolti dall’onda rossa che ci si aspettava né il presidente Biden è stato “umiliato” come l’ex presidente Trump aveva annunciato. I repubblicani vincono, ma la sorpresa è che a vincere non è stata la frangia trumpiana ma la parte di partito che intende superarlo e liberarsi del tycoon.
Molti candidati estremisti sono stati sconfitti proprio negli Stati in bilico come Ohio e Pennsylvania. Ma si preannuncia anche il post-Trump. Tra i vari candidati c’è il vincitore della Florida, il repubblicano super conservatore anti-abortista Ron DeSantis che ha stravinto e che potrebbe gareggiare contro Trump alle primarie e potrebbe anche sconfiggerlo. Lo stesso ex presidente ha cercato di dissuaderlo dal candidarsi perché sa “troppe cose scomode su di lui”.
Il partito repubblicano contro Trump
Le cose per l’ex presidente non sono andate come voleva. Nonostante abbia piazzato i suoi in tutti gli stati chiave, la vittoria dei repubblicani è quella post-Trump. Ed è stato proprio Trump a consegnare ad alcuni suoi avversari interni la vittoria. Molti candidati sostenuti da Trump hanno ottenuto risultati insufficienti e hanno perso un seggio che il partito repubblicano avrebbe potuto vincere facilmente. Trump ha supportato candidati deboli ma a determinare la sua sconfitta è stato lo stesso elettorato repubblicano che si è mosso compatto contro di lui.
Sono al momento ancora tre le sfide rimaste aperte per decidere la maggioranza: Arizona, Georgia e Nevada. I partiti devono vincere 2 su 3 per ottenere la maggioranza al Senato. I democratici sembrano in vantaggio in Arizona mentre per il Nevada ancora è tutto in equilibrio. Ma sarà la Georgia a dicembre a determinare il risultato finale. I due candidati andranno al ballottaggio il 6 dicembre.